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Prato. Sì al test di italiano per bar e ristoranti

In vigore il nuovo regolamento comunale. "Tuteliamo gestore e consumatore"

Roma – 1 aprile 2010 – Per aprire un bar o un ristorante a Prato bisogna parlare italiano. È una delle novità principali del regolamento per gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande approvato martedì scorso dal Consiglio comunale con i voti di Lega Nord e Popolo delle Libertà.

Il regolamento è già entrato in vigore. “La conoscenza della nostra lingua da parte del richiedente, di un socio o un dipendente addetti alla conduzione giornaliera dell’attività – spiega un comunicato dell’amministrazione – sarà certificata da un titolo di studio conseguito in Italia, da un altro diploma o attestato di frequenza a corsi di italiano rilasciati da agenzie formative, istituti scolastici o enti pubblici”.

Per chi non ha questi titoli, ci sarà un esame obbligatorio presso il Servizio Immigrazione del Comune. Il testo dovrà “accertare le conoscenze base della lingua, la capacità di lettura e comprensione, la conoscenza e padronanza in italiano delle normative igienico-sanitarie vigenti e di quelle relative alla gestione e conduzione degli esercizi di somministrazione”.

Proprio a ragioni di igiene e sicurezza si è appellato il promotore dell’esame di italiano, l’assessore allo Sviluppo economico Roberto Caverni. “Nessuno –dice –  finora si è mai preoccupato delle conseguenze che discendono dal non sapere la nostra lingua, soprattutto a tutela del gestore stesso e del consumatore: per la manipolazione degli alimenti, la produzione di cibi e bevande, l’uso di prodotti per l’igiene dei locali, le scadenze dei prodotti e molto altro”.

EP

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