El Ketaoui Dafani uccise la figlia che era andata a vivere con un italiano. La Cassazione conferma la condanna
Roma – 24 aprile 2012 – Sconterà trent’anni di reclusione El Ketaoui Dafani, il cittadino marocchino che nel 2009 ha ucciso la figlia diciottenne Sanaa, “colpevole” di essere andata a vivere con il fidanzato italiano.
La condanna è stata confermata ieri sera dalla corte di cassazione. I difensori dell’uomo avevano presentato ricorso, chiedendo che venisse punita la premeditazione, dopo che corte d’assise di appello aveva ridotto la pena all’ergastolo inflittagli in primo grado. “Si e’ trattato di un omicidio brutale, del resto l’uomo e’ reo confesso, ma passionale, frutto dell’impeto” sosteneva Marco Borella, avvocato dell’imputato.
L’omicidio avvenne nelle campagne di Montereale Valcellina, in provincia di Pordenone. El Ketaoui, che oggi ha 49 anni, fermò la figlia e il compagno Massimo de Biaso, 31 anni. In passato li aveva già minacciati perché contrario alla loro unione, che viveva come una vergogna, quella volta estrasse un coltello e sgozzò la figlia, ferendo anche il giovane che cercava di difenderla.
Esprime soddisfazione Souad Sbai, deputata del Pdl e presidente dell’assocazione delle donne marocchine Acmid, che si è costituita parte civile nel processo. “Non c’e’ piu’ appello – dice la deputata- a cui l’odiosa attenuante culturale possa fare ricorso. Non c’e’ vittoria ma solo giustizia, finalmente definitiva e totale”.