La deputata del Pdl fu diffamata dalla blogger dell’ Islamic Antidefamation League. “L’inizio di una lunga serie di insulti e intimidazioni. Ma non mi fermeranno”
Roma – 31 maggio 2012 – “Dacia Valent mi ha dato dell’analfabeta, mi ha chiamato badante, ha scritto che inserivo commenti minacciosi su internet usando falsi nomi. Ogni volta che attaccavo l’estremismo islamico o difendevo i diritti delle donne lei si scatenava con intimidazioni e insulti, li pubblicava sul suo blog, li spediva via mail a centinaia di persone, mi telefonava a casa la sera per dirmi cosa avrebbe scritto il giorno dopo…”
Souad Sbai, deputato del Pdl e presidente dell’associazione delle donne marocchine in Italia, ricorda come una persecuzione gli attacchi di Dacia Valent, ex europarlamentare e fondatrice dell’ “Islamic Anti defamation league”. I fatti risalgono al 2005, quando Valent sul suo blog scriveva amenità del tipo “Essere Souad Sbai è una iattura di tipo planetario: si è brutte, sfigate, governative e cameriere dentro”, ma ieri a parlare è stato il giudice, che ha condannando Valent in contumacia per diffamazione.
“Ha seminato odio nei miei confronti, le sue parole – sottolinea Sbai – hanno trovato su internet una cassa di risonanza, sono stato l’inizio di una lunga serie di attacchi e di vere e proprie fatwe da parte degli estremisti. C’è chi è arrivato a pubblicare un mia foto insieme a quella del fucile che mi dovrebbe uccidere. Ma io continuo a fare il mio lavoro in difesa delle donne e continuerò a portare in tribunale chi usa questi mezzi per fermarmi e screditarmi. Non mi faccio certo intimidire”.
Secondo la deputata del Pdl, la sentenza di ieri ha un’ importanza che esce dalle aule dei tribunali. “È la vittoria – dice – di tutti coloro che sono minacciati e colpiti nella propria sfera personale per aver espresso la propria opinione contro l’estremismo. È la vittoria di chi non ha paura e denuncia senza ambiguità le trame radicaliste per prendersi la società italiana”.
EP