Il ministro degli Esteri sulla crisi del Paese nordafricano. "Molti Paesi europei sono contrari alle quote"
Roma – 20 gennaio 2010 – Tra le misure che il ministro degli Esteri Franco Frattini proporra’ per la Tunisia in occasione del Consiglio dei ministri dell’Ue del 31 gennaio, ci sono quelle per "promuovere un’immigrazione circolare mirata, ove fosse necessaria".
Lo ha detto ieri lo stesso ministro in una dichiarazione ai giornalisti a margine dell’audizione alle commissioni Esteri di Camera e Senato sulla situazione in Tunisia. L’immigrazione "circolare" è quella in cui i migranti, dopo un certo periodo di lavoro all’estero, tornano nei loro Paesi d’origine. Un sistema più facile da teorizzare che da mettere in pratica.
Nel corso dell’audizione, Frattini aveva affermato che "sul tema migratorio l’Europa deve lavorare", ricordando che "molti paesi europei non condividono l’idea di lavorare sulle quote" e chiedono piuttosto "di conoscere dove gli immigrati andrebbero a lavorare e in che settori", garantendo "accessi in relazione alle domande".
In generale, ha detto il ministro ai giornalisti, "l’Europa deve essere ancora di piu’ al fianco della Tunisia" e per questo chiedera’ al Consiglio dei ministri dell’Ue anche "un pacchetto di assistenza finanziaria europea" e, "se sara’ richiesto dalla Tunisia, di aiutare nel monitoraggio del processo eletterole", ma "senza interferire, solo aiutando".
Per Frattini, infine, occorre "incoraggiare l’ulteriore integrazione (con l’Ue, ndr) della Tunisia, che e’ l’unico paese che ha gia’ un accordo di libero scambio con l’Europa". "L’aspetto dell’accordo di associazione europeo – ha concluso – potrebbe essere ulteriormente rafforzato come incoraggiamento".
Secondo l’Istat, i cittadinio tunisini regolarmente residenti in Italai sono oltre centomila.