Roma – 9 luglio 2013 – Niente da fare. Lo Stato italiano non riesce proprio ad evitare agli immigrati code spesso infinite tra gli uffici pubblici alla ricerca di questo o di quel certificato. Quello che è in parte riuscito a fare per gli italiani, non sa farlo gli stranieri. Eppure, le intenzioni sembravano buone.
Andiamo con ordine. Dal primo gennaio 2012, più di un anno mezzo fa, gli uffici pubblici non possono richiedere o rilasciare certificati, da utilizzare nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, che contengano dati già in possesso di altri uffici pubblici. Devono quindi accettare le autocertificazioni, dal momento che possono verificare da soli quello che ogni cittadino sta dichiarando.
Questa regola generale, però, non vale per “le speciali disposizioni contenute nelle leggi e nei regolamenti concernenti la disciplina dell’immigrazione e la condizione dello straniero”.
Significa, per esempio, che uno studente straniero non può autocertificare che ha superato gli esami dell’anno per rinnovare un permesso di soggiorno per studio, ma deve fornire alla Questura un certificato dell’università. Allo stesso modo, un disoccupato che cerca un permesso per attesa occupazione dovrà munirsi di un certificato di iscrizione al Centro per l’Impiego.
Nella primavera del 2012, convertendo in legge il decreto sulle semplificazioni del governo Monti, il Parlamento aveva eliminato l’eccezione prevista per i cittadini stranieri. In pratica, sarebbe stato possibile usare l’autocertificazione anche per i permessi di soggiorno e altre pratiche relative all’immigrazione. La nuova norma doveva entrare in vigore il 1 gennaio 2013, in modo da dare alla Pubblica Amministrazione il tempo necessario per collegare le varie banche dati (ad esempio quelle delle Università e dei Centri per l’Impiego) con le Questure e le Prefetture.
Siamo arrivati al luglio 2013. Cosa è cambiato? Nulla. Poichè le banche dati ancora non comunicavano, lo scorso dicembre la legge di Stabilità ha spostato quel termine dal 1 gennaio al 30 giugno 2013. Infine, qualche giorno fa, è saltato anche questo appuntamento: come spiega una circolare del ministero dell’Interno, un decreto del governo lo fa fatto slittare ulteriormente di altri sei mesi, al 31 dicembre 2013.
Se ne riparla, insomma, a Capodanno e pochi sono pronti a scommettere che sarà la volta buona. L’addio ai certificati, per gli immigrati, può ancora aspettare.
Elvio Pasca