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Bagnasco: “Non sottovalutare violenza contro immigrati”

Il presidente dei vescovi italiani preoccupato per "segnali di contrapposizione". Appello per i ricongiungimenti Roma – 23 settembre 2008 –  – "Non sottovalutare" le violenze e i "segnali di contrapposizione" collegati alla presenza di immigrati in Italia. È il monito lanciato ieri dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani,  durante il discorso di apertura del Consiglio permanente della  Cei.

In Italia, ha osservato Bagnasco, si era raggiunta una "presenza tutto considerato significativa di immigrati" "senza spaccature sociali o situazioni drammatiche". Ora invece "stanno emergendo segnali di contrapposizione anche violenta che sarà bene da parte della collettività a vari livelli non sottovalutare".

"Vogliamo credere – ha aggiunto – che non si tratti di una regressione culturale in atto, ma motivi di preoccupazione ce ne sono, e talora anche allarmi, che occorre saper elaborare in vista di risposte sempre civili, per le quali il pubblico dibattito deve lasciare spazio alla ricerca di rimedi sempre compatibili con la nostra civiltà".

Di fronte all’"arrivo di nuovi irregolari" il presidente della Cei chiede dunque "risposte", "accordi di cooperazione" per portare "alla legalità situazioni irregolari", "integrazione sociale" e accoglienza delle "domande di ricongiunzione familiare".

Dopo aver ricordato l’appello all’accoglienza formulato dal Papa lo scorso 17 agosto da Bressanone, Bagnasco che, per "una visione umanistica irrinunciabile", "sarà bene procedere, anche in un contesto europeo, cercando con impegno accordi di cooperazione con i Paesi di provenienza e volendo progressivamente guadagnare alla legalità situazioni irregolari compatibili con il nostro ordinamento, accettando di dare, appena vi siano le condizioni, risposte positive sia alle esigenze di una progressiva ed equilibrata integrazione sociale, sia alle domande di ricongiunzione familiare presentate nella trasparenza e per il benessere superiore delle persone coinvolte, oltre che della società tutta".

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