Con la circolare che a gennaio sospendeva il rimpatrio dei clandestini del Bangladesh, il Ministero del interno “esaurisce le iniziative da adottare in proposito"
Roma – 25 febbraio 2008 – “Se non sussistono fondati motivi di persecuzione nel Paese d’origine non è giustificata la concessione della protezione umanitaria”. E’ questa la risposta del Viminale rivolta ai cittadini bangladesi che, dopo scioperi e proteste pubbliche, nelle ultime settimane si sono accalcati davanti alle questure di numerose città italiane nell’intenzione di chiedere asilo politico.
Agli uffici immigrazione avevano ottenuto degli appuntamenti per poter fare domanda di protezione umanitaria nel 2009 e nel 2010. “Una presa in giro e un modo per lavarsi le mani” aveva commentato Nure Alam Siddique, detto Bachu, portavoce della comunità bangladese. E la scorsa settimana aveva preannunciato che le manifestazioni sarebbero continuate in diversi punti della Capitale, primo fra tutti proprio il ministero dell’Interno, dove ci sarà un presidio giovedì prossimo alle 17. Le manifestazioni sarebbero continuate fino a quando non fosse arrivata una risposta congrua alle richieste e alla situazione di crisi in atto in Bangladesh.
Non è quella sperata dalla comunita bangladese, ma la risposta è giunta. Due giorni fa il Viminale ha fatto sapere "di avere già esaminato la questione, anche in occasione di un incontro con alcune associazioni e con l’ambasciatore del Bangladesh". E ha ricordato che "proprio in relazione alle calamità naturali che hanno colpito la regione asiatica, come in occasione della tragedia dello tzunami, con la circolare del 9 gennaio 2008, ha dato disposizioni per agevolare il trattenimento nel territorio dello Stato dei cittadini del Bangladesh e le loro pratiche di ricongiungimento familiare". Un intervento che "esaurisce le iniziative che, allo stato attuale, il Ministero dell’Interno può adottare in proposito".
Di fronte al fenomeno delle tante domande di asilo presentate nei giorni scorsi ("nell’ultima settimana, solo presso l’ufficio straneri della Questura di Roma, circa in sei mila hanno ottenuto un appuntamento per presentare successivamente domanda d’asilo"), "sorge il dubbio che qualcuno, con intento strumentale, stia alimentando – sottolinea il Viminale – aspettative infondate che non possono essere soddisfatte".
Di fronte a questa dichiarazione Bachu si sente tirato in causa. “Il ministero non ha incontrato i rappresentanti della comunità per ascoltare le nostre motivazioni e spiegare le proprie intenzioni – dice –, l’ambasciatore non rappresenta la gente scesa in piazza a scioperare. Per questo chiediamo un incontro il prossimo giovedì. Perché siamo convinti che se il Governo blocca le espulsioni dei bangladesi, è giusto legittimare la loro presenza in Italia attraverso un documento”.
A.I.