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Belen Rodriguez: “Io, clandestina e discriminata”

La showgirl ricorda gli anni senza permesso di soggiorno. "Chi vuole lavorare va aiutato, non rinchiuso in carcere" 22 luglio 2009 – L’Isola dei Famosi, Scherzi a  Parte, Sarabanda. E la storia con Fabrizio Corona, tra le più paparazzate sulla stampa rosa.

Belen Rodriguez, splendida showgirl di origine argentina, vive un momento felice. Ma non dimentica il suo passato da clandestina e tutte le ansie vissute senza un permesso di soggiorno.

Ne parla lei stessa sul mensile OK Salute, ricordando il suo arrivo in Italia "con 200 euro in tasca e nel cuore tanta voglia di trovare la mia strada nella moda o nello spettacolo". "Avevo solo 19 anni e un permesso turistico, – dice – quello che ti permette di restare nell’Unione europea solo per tre mesi".

"Le opportunità migliori mi sfuggivano perché non avevo quel benedetto permesso di soggiorno" racconta Belen. "Mi ritrovavo periodicamente a fare la fila fin dall’alba davanti all’Ufficio stranieri della Questura di Milano per cercare di regolarizzare la mia posizione. Ore e ore sentendo parlare arabo, indiano, tutte le lingue del mondo. Presentavo la domanda e ricominciavo a vivere nel mio tunnel d’ansia".

Da clandestina, la Rodriguez si sentiva “discriminata, giorno dopo giorno. Non potevo avere un documento, un conto in banca, una carta di credito, una tessera sanitaria. Era come se fossi un fantasma". "Ho sentito sulla mia pelle la xenofobia di alcuni italiani, la repulsione per lo straniero" dice.

Solo quattro anni dopo il suo arrivo in Italia, grazie all’assunzione in un’agenzia di modelle, Belen è riuscita a mettersi in tasca un permesso di soggiorno (“è stata una svolta”). Ma guai a parlarle di reato di clandestinità:  “Penso che le leggi rigorose debbano esserci, per la sicurezza di tutti. Ma le persone che vogliono venire in Italia per lavorare onestamente vanno aiutate, non rinchiuse in carcere”.

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