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Bertolini (Pdl): “Sciopero degli immigrati non sia strumentalizzato”

"Maggioranza e governo puntano a modello italiano di integrazione" Roma, 22 febbraio 2010 – "In Italia grazie al cielo il diritto allo sciopero è tutelato e scendere in piazza e’ del tutto legittimo. Spero davvero, tuttavia, che dietro il colore non di parte delle manifestazioni annunciate, non si annidi una forma di speculazione politica".

Lo spiega all’Adnkronos Isabella Bertolini (Pdl), relatore in commissione Affari costituzionali di Montecitorio della proposta di legge che riforma la procedura di concessione della cittadinanza italiana, in merito allo ‘sciopero degli stranieri indetto per il 1° marzo da una serie di associazioni.

"L’Italia e’ un Paese generoso, ospitale e solidale, ben consapevole dell’importanza del lavoro degli stranieri. E da questo punto di vista mi pare un’iniziativa superflua. In Parlamento la maggioranza sta lavorando in modo costruttivo. In primo luogo, per risolvere l’annoso problema degli irregolari, abbiamo dovuto operare sul fronte della legalita’ e questo senza alcun timore di essere tacciati di xenofobia: in Italia deve venire e lavorare chi e’ in regola. Un principio disatteso per troppo tempo. E chi e’ in regola ha gli stessi diritti, non politici, ma economici, sociali, e civili degli italiani di cui molti non godono nei loro stessi Paesi di provenienza". "Quella della legalita’ era una prima fase, ma siamo gia’ entrati nella seconda fase: questa maggioranza e questo governo -sottolinea Bertolini- stanno lavorando ad un modello italiano di integrazione, visto che possiamo far tesoro di errori e fallimenti di altri Paesi europei che hanno sperimentato la questone e modulare la risposta alle mutate condizioni socio-economiche imposte anche dalla crisi economica internazionale".

Insomma, sottolinea Bertolini che e’ anche componente della direzione del Pdl, "vi sono alcuni immigrati che decidono di stare in Italia per un certo periodo, altri che sono di passaggio, altri ancora che decidono di stabilirvisi a lungo. E allora, secondo me, oltre al diritto di integrazione, c’e’ anche il dovere di integrarsi, imparando la lingua, rispettando l’ordinamento, i nostri valori e principi che per gli italiani sono scontati ma per molti di loro non lo sono".

"Si tratta di aiutare gli stranieri, per esempio, ad imparare la nostra lingua. E sto parlando – prosegue – di punti concreti, non di idee astratte: nel pacchetto Sicurezza c’e’ il cosiddetto ‘accordo di integrazione’ e il Welfare sta mettendo a punto un contratto vero e proprio. E’ un passaggio fondamentale". Bertolini auspica, quindi, "che tutti riescano a tenere i toni bassi, evitando strumentalizzazioni, e improntando il discorso ad un sano principio di realta’".

All’obiezione che, tuttavia, i fatti di Rosarno o di Milano indicano una tensione crescente, Bertolini replica: "Vi sono fenomeni di violenza tra gruppi di stranieri e fenomeni provocati dalla criminalita’ organizzata, e poi le situazione esplosive dei quartieri-ghetto". A questo proposito, la parlamentare Pdl ricorda che "e’ gia’ sanzionato penalmente chi usa il patrimonio immobiliare per affittare appartamenti a immigrati irregolari. Ma il lavoro deve essere comune a tutte le istituzioni: oltre al governo, anche gli enti locali devono fare la propria parte".

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