"Preoccupano le azioni di respingimento compiute in alto mare" Roma, 18 giugno 2010 – ”Se nell’immaginario collettivo vengono percepite come minaccia proprio quelle persone che sono vittime di conflitti e di violazioni dei diritti umani, si tratta di un equivoco che non va alimentato. La sicurezza è un diritto di tutti. Ed e’ fondamentale che le persone in fuga da situazioni di guerra, violenza, persecuzione individuale dove sicurezza non c’e’, possano poi accedere a una procedura d’asilo e ottenere protezione”.
Lo sottolinea Laura Boldrini, portavoce dell’Unhcr in una intervista a ‘Left’ in edicola oggi, dove spiega le ragioni che hanno spinto a dedicare la Giornata mondiale del rifugiato del 20 giugno al tema ‘Home, un luogo sicuro per ricominciare’.
”Il respingimento – continua – e’ un istituto previsto dall’ordinamento italiano ma con garanzie per la sua attuazione. Si richiede, infatti, che sia dato accesso al territorio e che ci sia un’identificazione; se poi le persone non fanno domanda d’asilo possono ricevere un decreto di respingimento a fronte del quale, pero’, possono anche fare ricorso.
A noi preoccupa – dice – quando l’azione e’ invece compiuta in alto mare, senza identificazione, senza possibilita’ di appello alle decisioni o, ancora, ogni qualvolta l’apposizione della misura venga fatta indistintamente senza sapere chi sono queste persone ne’ il motivo alla base della loro fuga. Questo – osserva – e’ il respingimento che non puo’ essere accettato perche’ non e’ su base individuale e non consente di fare una domanda d’asilo”.