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Bonus bebè: Brescia dovrà darlo agli immigrati

Nuova ordinanza contro il Comune. Bocciata la delibera che aveva eliminato il contributo, togliendolo anche agli italiani

Roma – 16 marzo 2009 – Inutili le ritorsioni del Comune. Brescia dovrà ripristinare il bonus bebè, dandolo a  mamme e papà bisognosi, italiani o immigrati che siano.

Si spera sia arrivata finalmente all’ultima puntata l’amara telenovela che vede da mesi contrapposti la giunta guidata dal sindaco forzista Adriano Paroli e i cittadini stranieri, spalleggiati dall’Associazione Studi Giuridici per l’Immigrazione, che chiedono di essere trattati come i bresciani doc.

Il caso è nato lo scorso novembre, quando una delibera del Comune ha istituito un bonus di 1000 euro per i nuovi nati. Per riscuoterlo, oltre a un reddito modesto, almeno uno dei genitori doveva avere la nazionalità italiana.

Questo requisito è stato giudicato discriminatorio dal tribunale di Brescia, che ha ordinato al Comune di ammettere al contributo anche gli immigrati. L’amministrazione però non si è rassegnata, ha presentato un ricorso (bocciato), e a fine gennaio ha approvato una nuova delibera che elimina del tutto il bonus,  togliendolo anche agli italiani.

Insomma, secondo Paroli e i suoi, se non si poteva dare il bonus solo agli italiani, non lo avrebbe avuto nessuno. Anche su questa contromossa è calato però il martello del giudice, che in un’ordinanza depositata qualche giorno fa ha bollato come “ritorsivo” il comportamento del Comune e ha dichiarato che anche la nuova delibera è una discriminazione.
 
Il Comune dovrà quindi ripristinare il bonus bebè, “escludendo dai requisiti necessari quello della cittadinanza italiana”. Al contributo si dovrà inoltre dare pubblicità su stampa e tv locali, indicando modalità e termini per la domanda, che, ordina il giudice, vanno prorogati al 30 giugno prossimo.

"Siamo soddisfatti, speriamo che il Comune si rassegni finalmente alle decisioni dei giudici" commenta l’avvocato Alberto Guariso, dell’Asgi. “Se la prima ordinanza diceva che un’amministrazione non può creare disparità tra cittadini con atteggiamenti discriminatori, adesso il giudice aggiunge che non si può nemmeno creare una parità al ribasso, per ritorsione contro chi aveva denunciato una discriminazione. La parità si realizza non togliendo, ma dando a tutti gli stessi".

Scarica l’ordinanza del giudice

Elvio Pasca

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