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Bonus bebè, il giudice boccia la difesa della razza

“Certamente discriminatorio” il requisito dell’italianità introdotto dai leghisti di Tradate. Volevano salvare “il popolo europeo”

Roma – 1 ottobre 2010 – Tre anni fa l’amministrazione a maggioranza leghista di Tradate, meno di ventimila anime in provincia di Varese, ha pensato bene di aiutare le famiglie visitate dalla cicogna con 500 euro per ogni nuovo nato. Meno bene ha deciso però anche di escludere dal bonus i bebè che non potevano vantare la “cittadinanza italiana di entrambi i genitori”.

Una brutta discriminazione, come ha stabilito il 26 luglio il tribunale di Milano, accogliendo un ricorso presentato dall’ Associazioni studi giuridici sull’immigrazione e dalle onlus Avvocati per niente e Farsi prossimo. Il giudice ha ordinato quindi al Comune di rimuovere il requisito dell’italianità, aprendo il bonus alle famiglie straniere o miste.

Il sindaco  Stefano Candiani, anzichè adeguarsi, ha presentato un reclamo contro la decisione del tribunale e a fine luglio ha sospeso il bonus, una par condicio a modo suo, che oltre agli immigrati ha penalizzato anche gli italiani. A lasciare basiti sono però le giustificazioni da “difesa della razza” accampate per convincere i giudici.

“Il fine perseguito – spiegava nel reclamo la difesa del Comune – non è nel modo più assoluto di garantire sostegno a un bisogno. Il fatto è che la popolazione europea mostra un forte tasso di calo demografico. È del tutto ovvio che alla morte dei popoli si accompagna la morte delle rispettive culture. Il bonus attiene al futuro della cultura europea indissolubilmente legata ai popoli dell’Europa medesima”.

Quei cinquecento euro dovevano insomma salvare dall’estinzione gli europei. E i romeni? gli ucraini? gli albanesi? sono europei anche loro? E i loro figli non saranno gli italiani e i tradatesi di domani? Inutile sottilizzare, anche perché intanto per Candiani & Co è arrivata una nuova bocciatura.

Mercoledì scorso il tribunale di Milano ha respinto il reclamo e ha ribadito che la delibera è “certamente discriminatoria" e contraria a tutte le norme di legge che garantiscono la parità di trattamento tra italiani e stranieri nelle prestazioni assistenziali. Poi ha ordinato al Comune di pagare il bonus a tutti gli stranieri che hanno avuto figli a Tradate dal 2007 a oggi.

“A questo punto la parità è davvero effettivamente ripristinata" commentano gli Avvocati per Niente. Almeno fino alla prossima trovata leghista.

Elvio Pasca

Scarica l’ordinanza del tribunale di Milano

 

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