I giudice di Udine: "Quel requisito è una discriminazione". Primo colpo al nuovo welfare regionale
Roma – 1 luglio 2010 – Per avere il bonus bebè in Friuli Venezia Giulia non conta più l’anzianità di residenza, che aveva escluso finora molti immigrati. Il giudice del lavoro del Tribunale di Udine ha stabilito ieri che quel requisito è discriminatorio, quindi illegale.
La sentenza ha accolto il ricorso di un cittadino romeno residente nel Comune di Latisana, che si era visto negare l’assegno per la nascita del figlio previsto dalla legge regionale 11/2206. Questa prevede infatti che i beneficiari risiedano o lavorino da almeno dieci anni in Italia, cinque dei quali passati in Friuli Venezia Giulia, ma secondo il giudice è una discriminazione indiretta o dissimulata contro i cittadini comunitari, contraria alla parità di trattamento vigenti nell’Unione europea.
Il ricorso era sostenuto da Cgil, Cisl e Uil e curato dall’ Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione. "Il giudice ha rilevato anche che la discriminazione non ha una ragionevole giustificazione, in quanto si riferisce alla tutela della famiglia, della natalità, dei minori e delle funzioni genitoriali. Istituti che si richiamano a valori di valenza universale e che pertanto devono rivolgersi indistintamente a tutta la popolazione residente, senza distinzioni" aggiunge il responsabile regionale dell’Asgi Walter Citti.
Sindacati e Asgi sottolineano che la sentenza mette in discussione la ristrutturazione dell’intero welfare regionale voluta dalla maggioranza di centro-destra, centrata com’è sul requisito di anzianità di residenza "per escludere dal novero dei beneficiari il maggior numero possibile di cittadini stranieri, comunitari compresi". Insisteranno quindi perché intervenga la Commissione Europea, e intanto chiedono ai Comuni di non applicare le altre norme discriminatorie, contro le quali sono già pronti nuovi ricorsi.
EP