Nella Capitale nascono continuamente nuovi edifici e quartieri e metà degli operai che gli costruiscono sono immigrati. Il 2007 ha visto arrivare quasi a 57mila i lavoratori stranieri occupati nel settore edile di Roma e Provincia, oltre 11mila in più rispetto al 2006. Attualmente gli edili italiani solo della Capitale sono 31.749, quelli stranieri 25.146. Le stime per il 2008 ipotizzano che il numero degli stranieri supererà quello degli autoctoni impiegati nel settore. I dati sono rivelati dallo studio “Dove abitano a Roma e Provincia gli edili immigrati” realizzato da Fillea – Cigl.
La stragrande maggioranza di operai e manovali proviene dall’Europa (23.090). A seguire, a lunga distanza, sono gli originari dell’Africa (1.225), dell’America (576), dell’Asia (175) e dell’Oceania (36). Il primato assoluto è dei romeni con 17.475 addetti. Molto più modeste risultano le quote delle altre nazionalità: i polacchi sono 1.655, gli albanesi 1.722, dall’ex Unione sovietica vengono 873 degli edili capitolini, 372 sono bulgari e quasi 300 i cittadini dell’ex Jugoslavia. Le restanti etnie sono poco rappresentate. Superano le dieci unità soltanto Francia, Algeria, Svizzera, Pakistan, Capo Verde, Argentina, Etiopia, Brasile, Belgio, Canada, Nigeria, Filippine, Colombia, Venezuela, Gran Bretagna, Sri Lanka, Turchia, Portogallo, Libia.
Lo studio si è interessato di individuare anche i quartieri e i Comuni dell’hinterland in cui questi migranti hanno scelto di vivere. A Roma risiede il maggior numero di lavoratori edili stranieri. A prendere la residenza nella Capitale sono infatti in 13mila, con un record numerico nei Municipi VIII, XIII, XIX e XX . Tra i quartieri maggiormente interessati: Don Bosco, Torre Maura, Torre Gaia, Torre Spaccata, Lunghezza, Torre Angela, Borghesiana, Boccea, Torre Spaccata, La Storta, Primavalle, Ottavia, Labaro, Grottarossa, Tomba di Nerone, Ostia, Spinacelo, Acilia, Casal Palocco, Vitinia.
L’indagine ha riservato particolare attenzione ai cittadini romeni dato che nell’ultimo anno quelli impiegati nel settore edilizio di Roma e Provincia sono raddoppiati. “Ma – rileva la Fillea Cgil di Roma e Lazio – si stima che almeno altri 20mila romeni siano occupati in nero. Un numero che sfugge alle statistiche ufficiali”. Preferiscono prendere la residenza nell’area sud-est della Capitale, in particolare nelle zone di Tivoli, Fonte Nuova, Pomezia e Velletri. Ma c’è una forte presenza di romeni anche nell’area nord-ovest, in particolare a Guidonia e Ladispoli. Anche da Fiumicino, Cerveteri e Civitavecchia ogni giorno sono centinaia gli edili originari della Romania che si spostano in autobus e treno per andare a lavorare nei diversi cantieri.
A giustificare un numero così elevato e in forte crescita di immigrati nel settore non è solo il fatto che il mestiere dell’operaio edile rientra in quelli che sempre meno italiani vogliono intraprendere. Impiegare manovalanza straniera continua a convenire ai costruttori. Dallo studio di Fillea-Cigl emerge che ai migranti vengono concesse paghe bassissime, anche 4 o 5 euro l’ora, e che di queste retribuzioni sono costretti ad accontentarsi accettando spesso di lavorare in nero. Continuando così a far parte di quel mondo di invisibili che vive ai margini della società, in baracche, sotto i ponti, senza una fissa dimora e senza un riconoscimento del lavoro svolto.
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