Il presidente Fisher: “Non ci saranno muri o fili spinati”. Manzione (Interno): “Non chiudono le porte”. Ravetto (Fi): “L’Europa si è fermata al Brennero“
Roma – 12 aprile 2016 – “I provvedimenti al Brennero non prevedono un muro oppure filo spinato”, si tratta di “managemente di confine”, diceva ieri sera da Praga il presidente austriaco Heinz Fischer, cercando di gettare acqua sul fuoco riguardo alla barriera in costruzione al confine con l’Italia. E assicurava che sarà minimizzato l’impatto sulla circolazione di merci e persone.
Di fatto, però, quel check point costituirà un nuovo duro colpo circolazione in Europa. “Servono più controlli per chi vuole entrare in Europa” ha del resto ribadito Fischer. “Il tetto dei 35mila profughi, che l’Austria intende accogliere quest’anno, non sarà un taglio netto di spada, ma un valore indicativo per evitare altre 80mila richieste d’asilo come nel 2015″.
Anche il governo italiano sembra voler abbassare i toni. “L’Austria non chiude le porte. Il suo ministro degli interni ha avuto un incontro alla fine della scorsa settimana con il nostro ministro degli Interni, con Alfano. E rispetto alle paventate intenzioni di chiudere le frontiere questa determinazione non c’e’ stata, anche perché l’area Schengen in quel tratto, soprattutto sul Brennero, implica una serie di conseguenze di carattere economico tutt’altro che trascurabili” ha detto il sottosegretario del ministero dell’Interno, Domenico Manzione.
“Sarebbe una perdita secca in termini economici veramente consistente”, ha sottolineato il sottosegretario, spiegando: “E’ per questa ragione che noi abbiamo insistito affinché quell’area potesse rimanere aperta”. Pero’ “e’ da tener presente che l’Austria ha delle elezioni politiche piuttosto importanti e quindi ha esigenza di rappresentare un certo modo di gestire il fenomeno migratorio. Per questo ha chiesto maggiori controlli su quella rotta, per cosi’ dire, per evitare che ci potessero essere dei transiti di persone non identificate. Questi controlli li faremo congiuntamente, tra le due polizie, c’e’ gia’ un’intesa in questo senso”.
Per Patrizia Toia, capodelegazione degli eurodeputati del Partito Democratico, però, “la decisione delle autorita’ austriache di costruire una barriera al confine con l’Italia al Brennero e’ un pessimo segnale per l’Europa, che non risolvera’ niente ma che contraddice i suoi valori. Se neanche i governi guidati dalle sinistre riescono a gestire la questione migratoria senza alzare nuovi muri come si puo’ pensare di convincere quei Paesi in cui governa la destra populista ad accettare meccanismi di redistribuzione?”.
“Se l’Austria iniziera’ i lavori per la costruzione di un muro lungo il nostro confine, dovremo dire che l’Europa si e’ fermata al Brennero” commenta Laura Ravetto, deputata di Forza Italia e presidente del Comitato parlamentare di controllo su Schengen, Europol e immigrazione. L’Italia e l’Europa dovrebbero “chiedere all’Austria di fare un passo indietro verso una scelta che segnerebbe la sospensione, se non il funerale, del Trattato di Schengen. Mi aspetto una presa di posizione netta su un’iniziativa che rischia di avere un impatto devastante sull’economia italiana e sull’idea stessa di Europa”.
Per la Lega Nord, la decisione di Vienna è iinvece quasi un esempio da seguire. “Altro che il buonista Mattarella. Fa bene l’Austria che evidentemente ha politici che difendono gli interessi dei loro cittadini” commenta il segretario federale Matteo Salvini. Il capogruppo alla Camera, Massimiliano Fedriga, chiosa: “Anch’io non mi fiderei del governo italiano visto come Renzi e Alfano stanno gestendo l’immigrazione. Fanno entrare chiunque sul territorio nazionale senza controlli seri. Basti pensare che le persone arrivate via terra e via mare nel 2016 provengono quasi totalmente da paesi dove non c’e’ guerra (dati commissione inchiesta camera). Di fatto clandestini che hanno, grazie al governo, la liberta’ di girare in tutta liberta’ per il Paese”.