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Buffon: “Razzismo? Non c’è odio ma i cori vanno puniti”

"Italia pronta all'integrazione? Siamo un Paese controverso"

Milano, 31 dicembre 2013 – Il portiere della nazionale di calcio e della Juventus Gigi Buffon ha affrontato temi importanti e delicati in una lunga intervista a "La Gazzetta dello Sport".

Buffon ha parlato del razzismo nel calcio: "Il razzismo è un tema importante. Credo che l’essere umano tenda sempre a voler trovare differenze tra sé e un’altra razza o, rimanendo in Italia, tra sé e i cittadini di un’altra regione, diciamo per campanilismo. Ma il confronto e la riflessione possono aiutare. Non credo che i tifosi agiscano per odio razziale. Anche quando offendono l’avversario con gli ululati, penso che l’obiettivo sia quello di farsi sentire, di dare risalto al dissenso. Io li conosco bene, sono stato uno di loro e magari con loro ho cantato cori poco carini, so con quale spirito vengono fatti. E poi i giocatori di altre razze ci sono in ogni squadra, non avrebbe senso".

Il portiere ha parlato anche del peso delle parole dei calciatori: "Sappiamo di avere il potere di condizionare gli altri. Ma non per questo spetta a noi educare le persone, è una responsabilità che non è giusto darci, anche perché molti di noi sono giovanissimi. Poi è chiaro che su questioni legate ai tifosi, come i cori razzisti, ogni tanto è opportuno lanciare un messaggio".

Sull'integrazione degli immigrati il numero uno bianconero ha risposto: "L’Italia è un Paese controverso, se affonda un barcone a Lampedusa e muoiono 300 persone ci commuoviamo e pensiamo anche ad adottare i bambini rimasti orfani, ma se non affonda ci lamentiamo dell’ingresso di 300 immigrati e ci chiediamo che cosa vengano a fare… In momenti delicati come questo dobbiamo prima ritrovare noi stessi e le nostre certezze, poi aiutare gli altri".
 

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