Roma – 9 luglio 2012 – In campo con il velo anche nelle competizioni internazionali. È la piccola rivoluzione decisa dall’IFAB, l’organismo della FIFA che detta le regole del gioco del calcio.
Riuniti giovedì scorso a Zurigo, i saggi del pallone non hanno dato solo l’ok all’utilizzo della tecnologica per decidere sui “goal fantasma” e ai due assistenti di porta per l’arbitro, ma hanno anche deciso di modificare la sezione del regolamento relativa all’abbigliamento delle giocatrici. Sdoganando in via sperimentale l’utilizzo del velo, quell’hijab che copre i capelli ma lascia scoperto il viso delle donne islamiche.
“È stato appurato che non ci sono problemi di sicurezza o di salute nell’uso del velo e quindi le giocatrici potranno indossarlo. Le uniche cose ancora da definire sono il colore e il design” ha spiegato ai giornalisti il segretario generale della Fifa, Jerome Valcke. Questi ultimi nodi verranno sciolti a ottobre a Glasgow durante l’ Annual Business Meeting dell’Ifab, mentre bisognerà aspettare il 2014 per tirare le somme della sperimentazione.
La decisione dell’Ifab è stata accolta con particolare soddisfazione dai governi di diversi Paesi musulmani che non mandano in campo donne con la testa scoperta, come l’Iran. Lo scorso giugno, ad Hamman, proprio la nazionale femminile iraniana aveva perso 3 a 0 a tavolino contro la Giordania una partita di qualificazione alle Olimpiadi perché le atlete si erano rifiutate giocare senza velo.
Non mancano, però, le critiche. La Confederazione dei marocchini in Italia e altre associazioni parlano di “un atto gravissimo” e di “una scelta discriminatoria e con tutta evidenza mirata a compiacere qualche potentato che in futuro ospiterà i Mondiali”, mentre la deputata del Pdl Souad Sbai ha scritto al presiente della Fifa Jopseph Blatter chiedendo: ”A cosa andiamo incontro in un futuro prossimo? Al burqa e al niqab in campo?”.
EP