Il leghista: “Conferma del fallimento del lavoro del ministro dell’Interno”. Alfano: “Non c’è commissariamento, sono io che l’ho proposto a Renzi”
Roma – 27 settembre 2016 – “Se davvero Piero Fassino, o chiunque altro, venisse nominato commissario a Palazzo Chigi per le politiche sull’immigrazione, confido che il ministro Alfano abbia un sussulto di dignita’ e si dimetta l’istante successivo, perché e’ evidente che questa nomina sarebbe la conferma del fallimento del suo lavoro”.
Lo afferma Roberto Calderoli, vice Presidente del Senato e responsabile Organizzazione e Territorio della Lega Nord, commentando le indiscrezioni secondo le quali Piero Fassino, ex sindaco di Torino e presidente dell’Anci, starebbe per diventare il coordinatore del governo per le tematiche dell’immigrazione, in particolare per quanto riguarda l’accoglienza dei profughi.
“E’ comunque incredibile vedere come Renzi – attacca Calderoli -approfitti del suo ruolo istituzionale di Presidente del Consiglio per sistemare le beghe interne al suo partito, con nomine ad hoc. Questo e’ il vero ‘Job acts’ di Renzi trovare occupazione ai suoi avversari interni: cosi’ prima ha piazzato Errani a commissario per il terremoto, liberandosi di un possibile avversario al prossimo congresso, poi ha messo la Manzione al Csm, e adesso potrebbe piazzare Fassino, a commissario all’immigrazione, liberandosi di un’altra figura scomoda, peraltro un ex segretario del suo partito”.
Intanto, il ministro dell’Interno Angelino Alfano getta acqua sul fuoco. “Non c’è nessun commissariamento: le parole ‘commissario’ e ‘cabina di regia’ servono per creare in questa fase di campagna elettorale frizioni che non esistono. Con Renzi su questo argomento andiamo d’amore e d’accordo e non si litiga certo per una competenza che fa perdere voti”.
Secondo Alfano, “c’è un frazionamento di competenze che rende necessario un coordinamento”.”Sono stato io a suggerire con una nota scritta al presidente del Consiglio il nome di Fassino come una persona che, finito il suo mestiere all’Anci, potrebbe fare un lavoro complementare a quello che ciascuno di noi sta facendo”.