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Campania. Muro anti-rom per proteggere le fabbriche

A Giuliano iniziativa di provincia e industriali: costruita una barriera di 450 metri per difendersi dai rom

Roma, 3 agosto 2011 –  Un muro di cemento, lungo 450 metri, alto quasi 3, per “proteggere” la zona industriale e separarla dai confinanti accampamenti dei rom.
Questa la soluzione che sarà inaugurata ufficialmente oggi a Giugliano (Napoli) che gli industriali della zona hanno richiesto da tempo alla provincia per tutelare la loro attività e per “scoraggiare i rom che vivevano prima nell’area industriale” e ai quali vengono addebitati  “furti d’acqua con la deviazione di tubature, la manomissione delle cabine elettriche e la continua devastazione delle linee telefoniche per rubare il rame”.

Dunque una vera e propria barriera è stata realizzata a Giuliano per dividere le 54 aziende del polo industriale Asi e il villaggio attrezzato dove vivono circa 200 persone e che dopo 20 anni segna la fine di una convivenza risultata sempre difficoltosa. Il percorso che ha portato alla creazione della barriera è molto articolato ed è sempre stato circondato da molte polemiche.
La recinzione, realizzata in soli tre mesi e con un finanziamento della provincia di 300mila euro per una “normale opera di completamento della zona Asi” di Giuliano, fa discutere proprio per le modalità di realizzazione.

Nell’area infatti vivano circa un migliaio di persone e solo nel mese di aprile Prefettura e Procura erano riuscite a sgomberare la zona nel quale era nato un campo rom abusivo che in oltre 20 anni di abbandono era prosperato allargandosi sino a ridosso della zona industriale, dalla quale denunciavano un “assalto continuo a cavi di rame, materie prime, linee telefoniche e centraline elettriche” dichiara quest’oggi alla Stampa Angelo Punzi, presidente del consorzio di industriali della zona.
In questo modo circa 120 rom vennero ospitati nel  campo del Comune di Giuliano adiacente alla zona industriale a poco meno di un chilometro della barriera e allestito con 23 container, mentre i restanti rom furono semplicemente allontanati, accampandosi nelle campagne limitrofe alla zona.

A difendere gli industriali è stato il presidente del consorzio Cig, Angelo Punzi, che nell’ intervista alla Stampa respinge anche ogni accusa “sono avvilito che questa struttura sia considerata un atto di razzismo, per anni abbiamo lottato contro il degrado della zona, i campi rom e l’immondizia che qui si accumulava a tonnellate. Ora nei nostri viali ci sono i fiori. Non siamo affatto razzisti vogliamo solo lavorare”.
Infine conclude Punzi “ non abbiamo mai detto che i furti era opera dei rom ma sappiamo che si possono nascondere altre persone dietro a questo alibi.  Non abbiamo realizzato nulla di strano, tutti hanno un muro o un cancello di ingresso di casa propria per evitare di essere derubati”.

M.I.

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