Approvata l’aggravante di negazionismo, pene fino a sei anni. Ma solo se c’è un “concreto pericolo di diffusione” delle idee di chi fa propaganda o istiga al razzismo
Roma – 9 giugno 2016 – Genocidi, crimini contro l’umanità, crimini di guerra. Costellano la Storia e il presente, dalla Shoah agli orrori dell’Isis, passando per le pulizie etniche nell’ex Jugoslavia e l’apartheid in Sudafrica.
D’ora in poi, in Italia, chi negherà quegli abissi dell’uomo contro l’uomo, predicando l’odio e il razzismo, rischierà fino a sei anni di reclusione. È scritto in una legge approvata ieri definitivamente dalla Camera dei Deputati, dopo un travagliato iter parlamentare che ha cercato di equilibrare le nuove norme con la libertà di opinione.
Così, al contrario di quello che è successo in altri Paesi, nel nostro ordinamento non è stato introdotto il reato di negazionismo. È stata però creata un’aggravante per i negazionisti, nell’ambito della legge 654/1975, che già punisce chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico e chi commette o istiga a commettere atti di discriminazione o di violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Il testo approvato ieri dice che “si applica la pena della reclusione da due a sei anni se la propaganda ovvero l’istigazione e l’incitamento, commessi in modo che derivi concreto pericolo di diffusione, si fondano in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra, come definiti dagli articoli 6, 7 e 8 dello statuto della Corte penale internazionale”.
Alla Camera dei Deputati si sono contati 242 voti a favore , arrivati da Partito Democratico, Scelta Civica e Forza Italia, e solo 5 voti contrari. Pesano, però, le 102 astensioni arrivate da Lega Nord, Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia e Sinistra Ecologia Libertà: tutti d’accordo nel condannare il negazionismo, ma convinti che, per come è scritta, la norma sarà difficilmente applicabile e troppo soggetta a interpretazioni da parte dei giudici.
In Aula, ad assistere al dibattito e alla votazione, ieri c’era anche Renzo Gattegna, presidente dell‘Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “L’Italia – ha commentato – scrive una pagina storica della sua recente vicenda parlamentare e dota il legislatore di un nuovo fondamentale strumento nella lotta ai professionisti della menzogna tutelando al tempo stesso, con chiarezza, principi irrinunciabili quali la liberta’ di opinione e di ricerca”.
EP