VERONA
(ANSA) – VERONA, 7 MAR – Sono soprattutto stranieri (54%) e agiscono in branco, per darsi più forza, i baby-delinquenti che poi finiscono negli istituti di pena minorili d’Italia. L’identikit emerge dai dati del Dipartimento per la giustizia minorile, presentati in un convegno all’Istituto Don Calabria di Verona, dove oggi sono stati illustrati anche i risultati di un progetto per l’inclusione sociale dei rom. Nel 2006 la presenza media negli istituti penali minorili è stata di 417,6 persone (-12% rispetto al 2005 per effetto dell’indulto). Di essi il 54% era straniero. Si tratta soprattutto di ragazzini rumeni, marocchini, serbi). Solo l’11% dei minori reclusi in istituto erano ragazze. Nelle regioni del Nord e del Centro gli stranieri sono più numerosi, mentre il dato si inverte al Sud, dove prevalgono i ragazzi italiani. I minori negli istituti di pena sono soprattutto compresi nella fascia d’ertà far i 16-17 anni (51% dei casi) e la maggioranza (63%) in attesa di primo giudizio. Nella graduatoria dei reati più comuni contestati ai teenager vi sono lo spaccio di droga – frequente tra gli italiani -, la rapina e il furto, diffusi tra gli stranieri. La gran parte dei minori che entra in contatto con la giustizia (il 70% italiani) fa uso di droga, soprattutto cannabinoidi e cocaina. Nelle comunità di recupero invece il 56% dei ragazzi è italiano, e in otto anni (dal 1998 al 2006) gli ingressi sono aumentati del 128%. La maggior presenza di ragazzi italiani che usufruiscono di misure alternative al carcere è dovuta al fatto che spesso alle loro spalle c’é comunque una famiglia e non esiste il problema della clandestinità.
GM/PAS S0B S41 QBXV
CARCERI: MINORI, PARLANO STRANIERO E AGISCONO IN BRANCO
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