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Cardinale Vegliò: “Riformulare politiche espatrio e accoglienza”

"Salvaguardare dignità di ognuno tutelando diritti umani fondamentali"

Roma, 1 feb 2013 – "E' necessario riformulare le politiche di espatrio e di accoglienza con piani di solidarieta' concordata, non solo per garantire la dignita' di ogni persona mediante la tutela dei diritti umani fondamentali, ma anche per assicurarsi che tutti rispettino norme e doveri necessari per rendere concreta la reciproca sicurezza, lo sviluppo e la pace".

Il cardinale Antonio Maria Veglio', presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e dei Rifugiati, ha colto l'occasione della cerimonia di consegna dell'onorificenza dell'ordine nazionale 'Stella della Romania' con il grado di commendatore – conferitagli martedi' – per ribadire la necessita' di stabilire principi generali internazionali per rendere meno problematico l'inarrestabile fenomeno migratorio.

 Le affermazioni del cardinale – si legge sull'Osservatore Romano – nascono dalla constatazione che il mondo di oggi e' segnato profondamente da diversita' culturali, sociali, economiche, politiche e religiose, che pongono interrogativi sul complesso fenomeno delle migrazioni. Un fenomeno che tuttavia "non va considerato soltanto dal punto di vista statistico e socio-economico". Le migrazioni, infatti, sono una realta' che tocca in primo luogo uomini e donne, bambini, giovani e anziani, che oggi – ha detto il porporato ricordando quanto scritto da Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato di quest'anno – "appaiono piu' vittime che autori e responsabili della loro vicenda migratoria".

Il cardinale Veglio' ha dunque ribadito che la dignita' di ogni persona esige di essere sempre salvaguardata "soprattutto mediante la tutela dei diritti umani fondamentali". Analogamente va detto "per i doveri che tutti devono assumersi per garantire la reciproca sicurezza, lo sviluppo e la pace. Per condurre a buon fine questo itinerario di civilta', e' sempre piu' necessario riformulare le politiche di espatrio e di accoglienza con piani di solidarieta' concordata, anche per gestire il fenomeno con scelte preventive".

Un'accoglienza graduale e ordinata, rispettosa ma "non ingenua" – secondo presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e dei Rifugiati – da una parte fa emergere il senso umanitario della solidarieta' e dell'ospitalita', e dall'altra "aumenta il potenziale produttivo in campo economico, arricchisce gli scambi sociali e prepara un terreno fecondo per una corretta integrazione". Ecco perche' i migranti possono e debbono essere considerati una risorsa. E' importante che si attui "una gestione integrata di tutti gli aspetti correlati alla loro buona accoglienza, soprattutto per contrastare il piu' efficacemente possibile l'opera di organizzazioni criminali che fanno traffico e contrabbando di esseri umani".

A questo proposito Veglio' ha chiamato in causa proprio quanti hanno responsabilita' politiche: a loro spetta in particolare il compito di "agire sul piano della progettazione, per individuare e realizzare modelli di integrazione e di coesione, aggregando tutte quelle forze sociali, culturali, educative, istituzionali ed ecclesiali che ne hanno competenza". Le odierne migrazioni, pertanto, "spingono l'umanita' intera e, in particolare, le comunita' cristiane verso una visione e un impegno sempre piu' universali: in ogni tempo e luogo, un sano pluralismo allarga l'ambito della solidarieta' e della fratellanza".

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