Il ministro: “L’Ufficio Antidiscriminazioni Razziali è indipendente”. E aveva bacchettato il Comune di
Roma – 9 maggio 2011 – I leghisti si mettano l’animo in pace, nemmeno il ministro Mara Carfagna può orientare i pareri, spesso indirettamente antileghisti, dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali.
Tutto inizia lo scorso ottobre, quando la giunta di centrodestra che guida il Comune di Trieste stanzia 135 mila euro per l’iniziativa “Benvenuti Triestini”. Serviranno a riconoscere alle famiglie in cui nasce un bebè un buono da 110 euro, da spendere nelle farmacie comunali per prodotti destinati alla prima infanzia.
Quel benvenuto riguarda però i triestini doc, non i figli degli immigrati. Se, curiosamente, tra i requisiti per avere l’assegno non compare alcun riferimento al reddito dei neogenitori, in compenso si specifica che almeno uno dei due deve essere residente in Italia da minimo dieci anni, tre dei quali passati nel Comune di Trieste.
Ce n’è abbastanza per far drizzare le antenne all’Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziali, che lo scorso dicembre scrive al Comune invitandolo a un “approfondimento”. “La logica del procedimento – nota il direttore dell’Unar Massimiliano Monnanni – sembra premiare gli autoctoni, ponendoli in una situazione di vantaggio rispetto a quelli che, pur trovandosi in situazioni di disagio economico, non possiedano il necessario requisito dell’anzianità di residenza”.
Secondo l’Unar, “Benvenuti Triestini” violerebbe il principio di parità di trattamento previsto dalla Costituzione, dal testo unico sull’immigrazione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. A pagarne le conseguenze sono tutti coloro che non hanno abbastanza anni di residenza in Italia e Trieste: cittadini italiani, comunitari ed anche extraue, che almeno quando hanno una carta di soggiorno o sono rifugiati dovrebbero comunque essere equiparati ai cittadini europei.
Quella lettera manda su tutte le furie la Lega Nord, che in passato ha già proposto di chiudere l’Unar, reo di bacchettare diverse scelte razziste fatte nei Comuni guidati dal Carroccio. A gennaio il deputato Massimiliano Fedriga presenta un’interrogazione al ministro Mara Carfagna (l’Unar è inserito nel dipartimento Pari Opportunità), chiedendole se non ritiene opportuno “intervenire affinché l’ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali riconsideri il proprio parere”.
Fedriga vuole insomma che Carfagna tiri le orecchie a Monnanni, spiegandogli la bontà di “Benvenuti triestini” Un’ iniziativa, spiega il leghista, ”volta a contrastare il trend demografico negativo che vede il nostro Paese diventare inesorabilmente sempre più vecchio”. Quei 110 euro servono insomma a comprare biberon, tiralatte e pappine, ma anche a combattere l’emergenza demografica (per la quale la Lega non vuole chiedere aiuto agli immigrati).
Giovedì scorso arriva la risposta di Carfagna. Il ministro non entra nel merito della questione, si limita a ricordare che l’Unar è stato istituito per recepire una direttiva europea, che ne ha definito poteri e compiti. Quindi spiega a Fedriga: “Le caratteristiche di autonomia e imparzialità richieste dalla normativa comunitaria e imposte dalle norme nazionali, impediscono qualsiasi intervento del Ministro volto a richiedere una riconsiderazione di quanto espresso dal citato ufficio nell’ambito delle proprie competenze”.
L’Unar, insomma, ha fatto il suo dovere. Se alla Lega non va bene, se la prendano (ancora una volta) con l’Europa, che obbliga l’Italia a combattere, anche attraverso quell’Ufficio, le discriminazioni.
Elvio Pasca
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La lettera dell’Unar al Comune di Trieste (fonte: Asgi)
L’interrogazione leghista e la risposta di Mara Carfagna