in

Carta blu. Nuove regole per i lavoratori altamente qualificati

Ingressi al di fuori delle quote e un super permesso di soggiorno per una vasta platea di professioni. Pubblicato il decreto che recepisce la normativa europea

Roma – 25 luglio 2012 – L’Italia prova ad attrarre lavoratori stranieri altamente qualificati, facilitandone l’ ingresso e il soggiorno qui e rilasciando loro un super permesso di soggiorno, la carta blu, che dà più diritti rispetto agli altri immigrati.

È tutto nel decreto legislativo sulle “Condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di Paesi Terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati” arrivato ieri in Gazzetta Ufficiale, che entrerà in vigore l’8 agosto. Approvato definitivamente dal governo lo scorso giugno, adegua finalmente la legge italiana alla normativa europea, recependo (in ritardo) la  direttiva 2009/50/CE.

Il testo prevede che i lavoratori altamente qualificati entrino in Italia al di fuori delle quote. Vuol dire che potranno essere assunti in ogni momento dell’anno, in base alle esigenze delle aziende e indipendentemente dall’emanazione del decreto flussi. Le novità si applicano anche ai cittadini stranieri che sono già qui regolarmente e che hanno i requisiti previsti dal decreto.

Viene considerato “lavoratore straniero altamente qualificato” chi ha completato in patria un percorso di istruzione superiore di durata almeno triennale e ha ottenuto la relativa qualifica professionale che rientri nei livelli 1, 2 e 3 della classificazione Istat delle professioni CP 2011 (qui un prospetto completo).Per accedere a professioni regolamentate dovrà inoltre avere glia ltri requisiti prevsiti dalla legge italiana.

Tantissimi i lavoratori interessati. Nel primo livello compaiono, ad esempio, gli alti dirigenti, nel secondo figure come informatici, ingegneri, medici, agronomi e professori, nel terzo una più vasta platea di professioni considerate “tecniche”, dai contabili ai programmatori, dagli analisti di laboratorio agli assistenti sociali, dagli agenti di viaggio agli animatori turistici.

Per arrivare in Italia è però anche indispensabile che l’alta specializzazione abbia un riscontro in busta paga. Le imprese che assumono il lavoratore dovranno infatti garantirgli un contratto di almeno un anno e uno stipendio annuale lordo che “non deve essere inferiore al triplo del livello minimo previsto per l’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria”. Circa venticinquemila euro, quindi.

I datori di lavoro presentano le domande di assunzione agli Sportelli Unici per l’Immigrazione, che dovranno rispondere entro 90 giorni. Procedure più veloci sono previste per le aziende che hanno stipulato protocolli d’intesa con il ministero dell’Interno.

Il lavoratore avrà uno speciale permesso di soggiorno elettronico chiamato “Carta Blu Ue”, di durata biennale se il contratto è a tempo indeterminato, o di durata pari a quella del rapporto di lavoro più tre mesi se il contratto è a termine, che gli permetterà di beneficiare di un trattamento “pari a quello dei cittadini”. Per i primi due anni, potrà però esercitare in Italia solo lavori che rispettano le condizioni per le quali è stato rilasciato il permesso, ma indipendentemente dalla durata del documento potrà farsi subito raggiungere qui dai familiari chiedendo un ricongiungimento.

Potranno inoltre venire a lavorare in Italia senza chiedere visti di ingresso i lavoratori stranieri altamente qualificati che hanno già soggiornato per almeno 18 mesi in un altro Stato membro e hanno lì ottenuto una Carta Blu. Anche chi ha preso la Carta Blu in Italia potrà spostarsi facilmente, dopo un anno e mezzo, in un altro Stato Ue, ma a patto che anche questo abbia recepito la direttiva europea.

Scarica

DECRETO LEGISLATIVO 28 giugno 2012, n. 108 Attuazione della direttiva 2009/50/CE sulle condizioni di ingresso e soggiorno di cittadini di Paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati. (12G0124) (GU n. 171 del 24-7-2012 )

Elvio Pasca

 

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Napoli: cittadinanza simbolica ai figli degli immigrati

Istat: “3,6 milioni di immigrati extraue regolari. Sempre più stabili”