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Casarini: “La lotta alle Ong è una guerra contro poveri e migranti”

Roma, 7 marzo 2024 – Il caso della nave Iuventa rappresenta solo l’ultimo capitolo di una lunga serie di attacchi giudiziari e non solo, rivolti alle organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo per salvare i migranti. L’archiviazione delle accuse nei confronti dell’equipaggio della Iuventa, giunta dopo sette anni dall’inizio del processo, sottolinea il carattere persecutorio di questa campagna volta a criminalizzare il soccorso civile in mare e la solidarietà in generale. A spiegarlo più nel dettaglio è Luca Casarini, intervistato da Fanpage.it.

La guerra a Ong e migranti

Luca Casarini, cofondatore di Mediterranea Saving Humans, ha fornito una visione chiara di ciò che sta accadendo, sottolineando come il processo contro la Iuventa sia diventato un simbolo di questa stagione durata anni, caratterizzata dalla criminalizzazione del soccorso civile e della solidarietà. Il lungo processo, costruito su prove false e manipolazioni, infatti, rappresenta solo uno dei tanti tentativi di fermare le navi impegnate nel soccorso in mare. Si tratta di una strategia che mira a fermare il soccorso civile, accusandolo di favorire l’immigrazione clandestina. Tale teorema, alimentato da slogan politici come i “taxi del mare”, è stato utilizzato per giustificare una campagna di persecuzione delle ONG e della solidarietà.

Questa guerra contro le ONG, però, non si limita ai processi giudiziari. Si estende anche agli attacchi della guardia costiera libica, come dimostrato dall’incidente occorso alla SOS Humanity 1 pochi giorni fa. La guardia costiera libica, composta da milizie legate a clan familiari, infatti, è stata denunciata per gravi violazioni dei diritti umani, compreso il respingimento dei migranti in Libia, dove vengono esposti a condizioni disumane. E la complicità dell’Italia e dell’Unione Europea con le milizie libiche nel controllo delle rotte migratorie è evidente, con il finanziamento di miliardi di euro per questa operazione di “externalizzazione delle frontiere”. Tuttavia, queste milizie sono responsabili di crimini come il sequestro, la tortura e il ricatto dei migranti, in aperta violazione del diritto internazionale.

Casarini: “Non ci fermeranno”

“Direi che più che contro di noi, che è anche vero, è una guerra contro poveri e migranti. Noi siamo di ostacolo a questa guerra. Siamo disertori civili di questa guerra, perché siamo occidentali, perché siamo Europei, il quadrante geografico che ha mosso questa guerra. Come in tutte le guerre noi stiamo dalla parte dei civili. Siamo dentro questa guerra qua, siamo disertori e per questo siamo un obiettivo. Ci vorrebbero a casa e in silenzio. Invece andiamo in mare a riaffermare il principio per cui la vita delle persone è sacra. E i diritti umani sono una conquista che va riaffermata tutti i giorni, con un conflitto se necessario, con una lotta. Questa guerra si porta con sé un processo di disumanizzazione incredibile“, ha spiegato Casarini.

In questo contesto, le organizzazioni come Mediterranea Saving Humans, quindi, si trovano ad affrontare una battaglia per difendere il diritto alla vita e alla dignità umana. Nonostante la criminalizzazione, i processi e gli attacchi, però, queste organizzazioni continuano a operare in mare. E così, tentano di riaffermare il principio che i diritti umani non possono essere negoziati.

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