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Caso diplomatico sui “raccomandati” di Maroni

Cotidianul: tre clandestini romeni lavoravano per lui. Il console rettifica su Adevarul: “Mi chiamò per far saltare loro la fila”. Maroni: "Non è vero, li querelo"

Roma – 20 febbraio 2009 – Scoppia un caso diplomatico per le accuse lanciate a Roberto Maroni dalla stampa romena, che prima ha scritto che il ministro dell’Interno diede lavoro a tre romeni clandestini, poi ha aggiustato il tiro, dicendo che li raccomandò perché non facessero la fila al consolato.

Maroni contrattacca: “La notizia è totalmente inventata”, annuncia querela e chiede l’intervento diplomatico della Farnesina. La notizia sarebbe nata infatti dalle dichiarazioni del console di Romania a Torino, Iulia Buje.

Cotidianul: “Ha assunto tre clandestini”

“Il ministro dell’Interno Maroni ha assunto romeni in nero” titolava ieri Cotidianul. Il giornale riportava il racconto del console Buje su alcune pressioni che sarebbero state fatte sul consolato di Romania a Milano tra il 1998 e il 2000 dall’allora deputato Maroni.

Questo il passo chiave dell’articolo: “Iulia Buje, che allora era console a Milano, sostiene di aver parlato personalmente due volte con Roberto Maroni, che voleva regolarizzare la situazione di tre lavoratori romeni che lavoravano per lui, tra quali c’era una badante. Iulia Buje ha precisato che Maroni, che al quel tempo era parlamentare ed era stato già ministro dell’interno nel 1994-1995, sapeva che questi romeni lavoravano illegalmente in Italia”.

Cotidianul spiegava che in quegli anni molti romeni irregolarmente in Italia “perdevano” il passaporto, per evitare che durante un controllo saltasse fuori che avevano il visto scaduto. Si presentavano quindi al consolato romeno per farsi rilasciare una dichiarazione consolare che attestasse la loro identità.

La rettifica su Adevarul: “Solo una raccomandazione”

Quello di Cotidianul sarebbe stato uno scoop sensazionale, capace di tirare fuori dall’armadio del titolare del Viminale scheletri scomodissimi. La Buje però dopo la pubblicazione dell’articolo, ha fatto marcia indietro, con una (parziale) smentita.

“Non posso confermare se il ministro Maroni ha assunto o no romeni in nero” ha dichiarato il console al quotidiano Adevarul. “Lui mi chiese di aiutare tre romeni a saltare la fila per il rilascio dell’attestato di identità. Non so se questi romeni lavoravano o dovevano lavorare per lui, questo l’ha presupposto al giornalista che mi ha intervistato”.

Maroni: "Falso, li querelo"

La portavoce del ministro dell’interno, Isabella Votino, ha smentito all’Ansa le accuse . "La notizia è totalmente inventata. Maroni non ha mai avuto collaboratori domestici romeni. Il ministro ha pertanto dato mandato ai suoi avvocati di procedere legalmente".

Maroni ha anche "informato della vicenda il ministro degli Esteri Frattini con cui ha parlato delle iniziative da assumere sul piano diplomatico qualora fosse accertato che il console abbia realmente rilasciato alla stampa romena queste incredibili affermazioni destituite di ogni fondamento".

La diplomazia si sta già muovendo: secondo fonti di Bucarest, il console Buje è stato richiamato in patria dal ministero degli Esteri romeno "per chiarimenti" sulle sue dichiarazioni. Intanto, la vicenda sta avendo una vasta eco sui media romeni e nei forum dei giornali online c’è chi inneggia al coraggio che il console avrebbe dimostrato rilasciando quell’intervista.


Elvio Pasca

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