Roma – 5 settembre 2011 – È uscita oggi pomeriggio dal carcere di Castrovillari e spera ora di poter evitare l’espulsione ottenendo asilo in Italia Kate Omoregbe, la trentaquattrenne nigeriana al cento di una vasta mobilitazione che chiede di salvarle la vita.
La donna, che ha scontato oltre quattro anni di prigione per spaccio di droga, ha raccontato di essere fuggita dalla Nigeria per sfuggire a un matrimonio con un uomo molto più anziano di lei e per non essere costretta a convertirsi dal cristianesimo all’islam. Chiede asilo perché, tornando in patria, rischierebbe la lapidazione o comunque le ritorsioni violente dei parenti dell’uomo.
Il suo caso è finito al centro di una petizione internazionale con migliaia di firme promossa da Care 2, una delle principali associazioni americane per i diritti umani, e al richiesta d’asilo è stato rilanciata in Italia dal Movimento per i Diritti Civili, dal comune di Castrovillari e dalla provincia di Cosenza. Negli ultimi giorni appelli simili sono stati rilanciati dal quotidiano dei vescovi Avvenire e dall’associazione Articolo 21 e hanno avuto una vasta eco su Facebook e Twitter.
“Non pensavo che ce l’avrei fatta. Grazie a tutti, agli italiani, ai calabresi, al presidente Napolitano, al movimento Diritti civili” ha detto Kate Omoregbe, appena scarcerata, al leader del movimento Diritti civili Franco Corbelli. ”Kate -ha riportato Corbelli – vuole rimanere in Italia, soprattutto in Calabria. Ha detto ‘voglio riprendere gli studi, mi voglio laureare. Amo il vostro Paese e tutte le persone che con grande cuore si sono mobilitate per me. Oggi un sogno si e’ avverato”.
L’udienza davanti alla Commissione territoriale per l’asilo che deciderà del suo futuro è fissata per il 19 ottobre. Dopo la scarcerazione, Omoregbe e’ stata accompagnata alla Questura di Cosenza, poi sara’ scortata a Roma, in una residenza riservata, a meno che non decida di restare in Calabria, visto che la Regione si è resa disponibile ad ospitarla.
Intanto, si muove anche il governo. “Il caso di Kate, la giovane nigeriana che rischia la lapidazione, tira ancora una volta in ballo il rispetto dei diritti fondamentali di ciascuna persona, un principio che l’Italia non ha mai considerato una battaglia ad intermittenza. Il Governo italiano e’ dunque impegnato a salvare la vita di Kate, evitarle la pena di morte che, presumibilmente, le toccherebbe in sorte nel suo Paese di origine” scrivono oggi il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, e il Ministro per le Pari Opportunita’, Mara Carfagna, in una nota congiunta.
“L’Italia – proseguono i ministri – e’ da sempre in prima fila nella battaglia per la moratoria sulla pena di morte nel mondo e in quella per il rispetto dei diritti delle donne: questa battaglia, oggi, passa anche per la vicenda di Kate”.
EP