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Cassazione: “Resta doppio cognome a chi diventa italiano”

Accolto il ricorso di un uomo nato in Perù da genitori stranieri, diventato italiano dopo aver risieduto in Italia per oltre 10 anni – che si era visto cancellare dal suo atto di nascita e da quello dei suoi figli il doppio cognome dall'ufficiale di stato civile italiano

Roma, 18 luglio 2013 – Gli immigrati che hanno un doppio cognome, come quelli provenienti da Paesi di tradizione ispanica dove ai neonati viene attribuito il primo cognome del padre e il primo della madre, hanno diritto a mantenerlo anche nel momento in cui acquisiscono la cittadinanza italiana.

Lo ha sancito la prima sezione civile della Cassazione, accogliendo il ricorso di un uomo – nato in Perù da genitori stranieri, diventato italiano dopo aver risieduto in Italia per oltre 10 anni – che si era visto cancellare dal suo atto di nascita e da quello dei suoi figli il doppio cognome dall'ufficiale di stato civile italiano.

La Suprema Corte, dunque, non ha condiviso la tesi dei giudici d'appello di Milano che, su reclamo del sindaco di Cornaredo e del Viminale, avevano revocato una precedente decisione del tribunale milanese favorevole all'immigrato, dichiarando legittima la correzione del cognome sui documenti effettuata dall'ufficiale di stato civile, rilevando che "in caso di cambiamento di nazionalita' viene applicata la legge dello Stato di nuova nazionalità", e la legge italiana prevede l'attribuzione del solo cognome paterno.

Per gli 'ermellini', invece, "il nome – si legge nella sentenza depositata ieri – e' incontrovertibilmente un diritto della personalita', tutelato anche a livello costituzionale, oltre che dalla normativa ordinaria", per cui "deve ritenersi che una modifica coattiva del cognome potrebbe essere consentita solo in presenza di diritti di rango parimenti elevato".

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