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Censimento 2011. Unar: “I Comuni assumano anche gli immigrati”

L’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni interviene sui bandi dei Comuni per reclutare rilevatori e coordinatori. “Illegittimo chiedere la cittadinanza italiana o dell’Ue”

Roma  – 20 luglio 2011 – Il Censimento che partirà il prossimo autunno conterà tutti, italiani e stranieri. Quando però scelgono i lavoratori che porteranno a temine questa impresa, molti Comuni tagliano fuori gli immigrati, inserendo nei bandi il requisito della cittadinanza italiana.

Questa è una discriminazione, quindi, non si può fare. Lo ha spiegato ieri l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, in un parere sollecitato dall’Associazione Studi Giuridici sull’immigrazione.

L’Unar si è espresso su bandi che i Comuni stanno emanando per reclutare i rilevatori che gireranno casa per casa e i coordinatori delle operazioni legate al Censimento 2011 avviato dall’Istat. Sono previsti  contratti a tempo per lavoro interinali, autonomo per prestazioni occasionali e collaborazioni coordinate e continuative, ma quasi sempre sono riservati a italiani e comunitari.

Nel parere firmato dal magistrato Rosita D’Angiolella si legge però  che “ l’esclusione dalla selezione dei cittadini extracomunitari è illegittima in quanto contrastante con la normativa antidiscriminatoria”. L’Unar condivide infatti “l’interpretazione che ritiene illegittima l’esclusione degli extracomunitari all’accesso al lavoro presso pubbliche amministrazioni sempre che non si tratti di funzioni implicanti lo svolgimento di pubblici poteri o di interessi nazionali”.

Dopo una dettagliata esposizione delle norme a sostegno della sua tesi, l’Unar invita quindi i Comuni che hanno già emanato gli avvisi discriminatori a modificarli, aprendoli anche agli immigrati. E a auspica che gli altri  Comuni che si accingono a reclutare personale a tener conto di questo parere, evitando “illegittime limitazioni”.

Scarica il parere dell’Unar

Elvio Pasca

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