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Censis. “Gli imprenditori immigrati possono far ripartire l’Italia”

Il rapporto sulla situazione sociale del Paese individua “processi e soggetti di sviluppo che consentirebbero di andare oltre la sopravvivenza”. Come i quasi 400 mila stranieri che hanno aperto un’azienda nel nostro Paese e danno lavoro anche agli italiani

Roma  -6 dicembre 2013 – La società italiana è “sciapa”, “malcontenta”, “quasi infelice”. In questi anni di crisi ha pensato solo alla “sopravvivenza”, mentre la politica abdicava al suo ruolo e drammatizzava nei suoi annunci sulla situazione del Paese. Ora però è arrivato il momento di “tornare a respirare”, partendo da ciò che funziona, ad esempio l’imprenditoria immigrata.

È la ricetta indicata dal 47° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2013, presentato stamattina. Secondo i ricercatori, quel “sale alchemico ai tanti mondi vitali che hanno operato come motori dello sviluppo degli ultimi decenni si intravede nella lenta emersione di processi e soggetti di sviluppo che consentirebbero di andare oltre la sopravvivenza”.

“Si registra – scrivono – una sempre più attiva responsabilità imprenditoriale femminile (nell'agroalimentare, nel turismo, nel terziario di relazione), l'iniziativa degli stranieri, la presa in carico di impulsi imprenditoriali da parte del territorio, la dinamicità delle centinaia di migliaia di italiani che studiano e/o lavorano all'estero (sono più di un milione le famiglie che hanno almeno un proprio componente in tale condizione) e che possono contribuire al formarsi di una Italia attiva nella grande platea della globalizzazione”.

Gli immigrati, spiega il Censis, “volano  sulle ali dell'impresa”. “Nonostante non manchino fenomeni di irregolarità e circoscritte violazioni delle norme di sicurezza, l'impresa immigrata è ormai una realtà vasta e significativa nel nostro Paese”.

“Sono 379.584 gli imprenditori stranieri che lavorano in Italia: +16,5% tra il 2009 e il 2012, +4,4% solo nell'ultimo anno. L'imprenditoria straniera rappresenta l'11,7% del totale. Si concentra nelle costruzioni (il 21,2% del totale) e nel commercio al dettaglio (20%). Di fronte alla crisi che sta colpendo i negozi italiani, che dal 2009 sono diminuiti del 3,3%, gli stranieri sono invece cresciuti del 21,3% nel comparto al dettaglio (dove gli esercizi commerciali a titolarità straniera sono 120.626) e del 9,1% nel settore dell'ingrosso (21.440)”.

"Quanto alla nazionalità dei proprietari -spiega ancora il rapporto –  oltre 40.000 negozi sono gestiti da marocchini e più di 12.000 da cinesi. Sono 85.000 gli stranieri che lavorano in proprio e hanno dipendenti italiani e/o stranieri. Negli ultimi quattro anni, mentre gli italiani diminuivano del 3,6%, sono aumentati del 14,3%. Si tratta soprattutto di artigiani, sono più giovani degli italiani”.
 

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