Il tribunale boccia il regolamento del Comune di Milano. Sarebbe discriminatorio
Roma – 7 luglio 2009 – Nuova bacchettata dei giudici contro le regole discriminatorie del Comune di Milano. L’anno scorso, l’amministrazione meneghina era stato censurata per aver chiuso gli asili nido ai figli dei clandestini, ora dovrà probabilmente rimangiarsi anche il regolamento dei centri estivi.
Lo scorso aprile una donna ecuadoriana, colf irregolare, ha prenotato online un posto al centro estivo per il suo bambino, che frequenta la scuola elementare. La domanda è stata però bocciata: secondo i paletti fissati quest’anno dal Comune, il genitore deve esibire un “permesso di soggiorno in regola con la normativa vigente” per perfezionare l’iscrizione.
La battagliera mamma non si è arresa, si è rivolta a un avvocato e insieme hanno portato il Comune di Milano in tribunale, accusandolo di discriminazione. Il primo round l’hanno vinto ieri, quando il giudice della prima sezione civile Filippo D’Aquino ha ordinato in via cautelare che la domanda di iscrizione venga accettata, perché ci sono fondati motivi di ritenere discriminatorio il comportamento del Comune.
La tesi è che anche la frequenza dei centri estivi rientra nel diritto all’istruzione che non può essere negato a nessun bambino, al di là della condizione dei suoi genitori. Il giudice deciderà nel merito il 13 luglio, ma intanto la domanda di iscrizione va accettata per non compromettere definitivamente il godimento di questo diritto.
"Aspettiamo la sentenza" commenta l’avvocato della donna, Eugenio Losco, che però sottolinea l’importanza della decisione di ieri: "Con questo provvedimento, viene ribadito che l’esclusione di un minore dalla scuola o da attività formative ad essa connessa, motivata dall’irregolarità sul territorio dei genitori, è un comportamento discriminatorio e come tale va respinto".
EP