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Cgil: “Il maestro unico penalizza 600mila alunni stranieri”

Anche Pietro Soldini punta il dito contro il provvedimento del ministro Gelmini portando l’attenzione sul danno che arrecherebbe ai bambini immigrati

Roma – 12 settembre 2008 – Tanto si è discusso sul ritorno al maestro unico nella scuola elementare: uno degli ultimi provvedimenti assunti dal ministro dell’Istruzione Gelmini. Ha scatenato il malcontento di genitori, insegnati e le critiche di associazioni e politici. Si tratterebbe di “un passo indietro”, “penalizzante per gli alunni”. Poca importanza è stata data finora al fatto che per gli immigrati il cambiamento sarebbe ancor più grave. E a denunciarlo è ora Pietro Soldini, responsabile dell’ufficio per le politiche dell’immigrazione della Cgil.

Il maestro unico "vuol dire negare la realtà degli oltre 600mila ragazzi stranieri e negare la necessità che ne deriva di adeguare l’offerta formativa con l`inserimento di nuove figure professionali e didattiche".

"Nella scuola di oggi – spiega Soldini – ci sono 614mila ragazzi stranieri provenienti da circa 150 nazionalità diverse, rappresentano circa il 7% della popolazione scolastica. Erano il 3% solo quattro anni fa e saranno, secondo la previsione degli esperti, il 15% fra quattro anni e nel 2015 saranno oltre 2 milioni. La scelta del maestro unico nega questi numeri e tutto ciò che ne deriva in termini sociali e formativi. Non mi riferisco – osserva ancora Soldini – solo ai facilitatori linguistici e ai mediatori culturali, ma a una nuova pedagogia della convivenza multietnica, della conoscenza globale e dell’educazione alla globalizzazione".

Secondo il sindacalista "l’adeguamento dell’offerta formativa non può e non deve essere inteso soltanto come servizio in favore dei bambini immigrati al fine di facilitare il loro percorso d’integrazione, ma deve essere inteso come arricchimento formativo per tutti i ragazzi. E da questo punto di vista il maestro unico è una aberrazione totale perché implica l’alunno unico, la lingua unica, il campanile unico e rischierà di trasformare la scuola in una palestra di scontri, conflitti e di sconfitte per gli insegnanti e per i ragazzi”.

"Dubito che si possa dialogare con il Governo Berlusconi e con il ministro Gelmini su questi temi – dice Soldini – e quindi occorre mobilitare tutte le energie più varie di insegnati, genitori, studenti e cittadini".

a.i.

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