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Cittadinanza a chi nasce in Italia? Per Grillo è “senza senso”

Il comico nel suo blog liquida le campagne per i diritti delle seconde generazioni come l’ennesima “distrazione”. Ma anche i grillini lo scaricano

 

Roma – 24 gennaio 2012 – “La cittadinanza a chi nasce in Italia, anche se i genitori non ne dispongono, è senza senso. O meglio, un senso lo ha. Distrarre gli italiani dai problemi reali per trasformarli in tifosi. Da una parte i buonisti della sinistra senza se e senza ma che lasciano agli italiani gli oneri dei loro deliri. Dall’altra i leghisti e i movimenti xenofobi che crescono nei consensi per paura della “liberalizzazione” delle nascite”.

Parola di Beppe Grillo, che liquidato così le campagne per riforma della cittadinanza per le seconde generazioni in un post pubblicato ieri sul suo blog sotto il titolo “La liberalizzazione delle nascite”.

A quanto pare, però, l’ultima uscita del guru dei Vaffaday non trova consensi tra i suoi fan, a cominciare dai membri di quel “Movimento 5 stelle” che siede in diverse amministrazioni locali e quindi qualche cosina in più  sulle esigenze reali del Paese dovrebbe saperla. Basta spulciare i commenti al post più votati dai lettori.

“Concordo che anche questo possa essere un tentativo di distrarre gli italiani dalla crisi e da problemi più concreti, ma per le centinaia di migliaia di ragazzi nati in Italia da genitori stranieri, cresciuti qui come qualsiasi altro italiano, questo è un problema concreto ed importante. Io credo che, nel momento in cui ci viene chiesto di prendere posizione, non possiamo far finta di niente” scrive Vittorio Bertola, del Movimento 5 Stelle, Torino.

“Ok sulla questione dell’ennesima arma di distrazione di massa, ma non concordo con la prima frase” commenta Paolo Cicerone, aggiungendo che “la cittadinanza ai bambini nati e residenti in Italia è una cosa OVVIA e LOGICA per chi persegue il buonsenso e non le ideologie”. “Non sono per nulla d’accordo con questo post, io e il mio gruppo M5S appoggiamo questa iniziativa, la troviamo assolutamente giusta, a prescindere da chi la propone!” aggiunge un altro lettore.

“Noi, come persone, non possiamo cadere nel gioco populistico della propaganda berluschin liciogellina,e non vedere che cosa realmente si DEVE fare in questo Stato per la questione DIRITTI”  commenta Ileana da Savona, secondo la quale “un suolo che non garantisce a esseri umani che partecipano alla comunità lo stato di cittadini, non può dirsi suolo patrio” e “i diritti o sono garantiti a tutti, o non lo sono nemmeno a me”.

Tra i commentatori anche Adi: “Sono un immigrato venuto in Italia a 12 anni e adesso ne ho 28. Ho fatto richiesta di cittadinanza 6 anni fa e sto ancora aspettando la risposta. Io mi sento Italiano e mi cadrebbe il mondo addosso se un governo fanatico mi costringesse a tornare al mio paese natale. Penso pero’  a mio cugino di 13 anni nato qua, con amici italiani, che non sa una parola di albanese…cose gli succederebbe se il leghista di turno mandasse via lui e i suoi genitori? Deve andare in un paese straniero (per lui) solo perchè i suoi sono stranieri? Ma che ragionamento è?”

Davide V., da Reggio Emilia, scrive che “senza senso è questo post. La cittadinanza italiana a chi nasce in Italia è un diritto fondamentale al pari di quello dell’acqua pubblica e di internet libero e gratuito”. Senza senso o no, anche a Beppe Grillo la sua sparata non deve essere sembrata così meritoria di attenzioni: sparita a tempo di record dalla home page del blog, la si può trovare solo nell’archivio dei post di gennaio.

Elvio Pasca

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