Roma – 7 luglio 2014 – Sarà pure ripartita, ma la riforma della cittadinanza si è subito fermata di nuovo.
Il 6 maggio, dopo essersene dimenticata per dieci mesi, la commissione Affari Costituzionali della Camera aveva ricominciato ad esaminare la ventina di proposte di legge con nuove regole per diventare italiani. La deputata del Pd Marilena Fabbri, relatrice, era ottimista: “Tutto lascia pensare che ci siano la volontà e le condizioni per chiudere finalmente la riforma”.
Il primo obiettivo era arrivare a una sintesi da portare in Aula, scrivendo un testo unificato o scegliendo una di quelle proposte come testo base da emendare. Due mesi dopo, non è stata fatta né l’una nell’altra cosa. Anche perché, come testimoniano i resoconti, in questi sessanta giorni la commissione si è occupata ben poco di cittadinanza.
Per la precisione, dopo quel 6 maggio, la riforma è tornata in Commissione solo quattro volte. Il 15 maggio se n’è discusso per pochi minuti, il 4 giugno si è dato solo conto di una nuova proposta di Forza Italia che si aggiungeva a quelle già presentate, il 10 giugno nessuno ha chiesto di intervenire, il 18 giugno ci sono stati quattro interventi e poi tutti a casa. Poi la sparizione dagli ordini del giorno, compresi quelli di questa settimana.
Si avvicina la pausa estiva e probabilmente ci sarà anche un nuovo giro di audizioni, dopo tutte quelle, sullo stesso tema, della scorsa legislatura. Intanto, continuano ad arrivare nuove proposte di legge. L’ultima, per la cronaca, è stata presentata il 26 giugno da Dorina Bianchi, Nuovo Centro Destra. Finirà nel calderone, insieme alla altre, in attesa che qualcuno, finalmente, le cucini.
Elvio Pasca