Roma – 12 marzo 2015 – Una riforma della cittadinanza ? Prima o poi arriva, perché l’Italia è già cambiata. È anche il Paese di un milione di ragazzi e ragazze cresciuti qui, ma figli di immigrati. La legge non può non accorgersene. Parola di Amir Issaa.
Un tema, quello delle seconde generazioni, che sta particolarmente a cuore al rapper romano, figlio di un’italiana e un egiziano. “s.o.s. bilancio negativo se me chiamano straniero nel posto dove vivo”, cantava già nel 2006, nel suo primo album, poi sono arrivati gli appelli al presidente Napolitano e quello più recente al governo Renzi, firmato insieme alla collega Karima.
“Penso che qui stiamo parlando del futuro – ha spiegato Amir al Fatto Quotidiano – e comunque vada l’evoluzione non sarà fermata da una legge. Basta andare in una qualsiasi scuola elementare per rendersi conto che già oggi l’Italia è cambiata ed è inevitabile che prima o poi ci sia un riconoscimento del diritto di cittadinanza a chi nasce qui”.
“Se sarà questo governo o il prossimo, non posso saperlo, e secondo me non è una questione di politica, ma di civiltà” aggiunge l’artista
Amir Issaa ha girato per le scuole con un progetto, “Potere alle parole”, che unisce rap e lotta alle discriminazioni. Il bilancio è positivo: “Mi aspettavo, stupidamente, di trovarmi davanti a situazioni difficili a livello di discriminazione. Fortunatamente il razzismo nelle scuole italiane è un’eccezione, e i ragazzi hanno solo voglia di stare insieme e di divertirsi. Devo dire che questa esperienza mi ha dato speranza”.