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Cittadinanza. Boldrini: “Serve riforma, la legge di oggi è un pericoloso anacronismo”

Il presidente della Camera: “L’immigrazione non va gestita con logiche di difesa. Il Papa a Lampedusa? Restituisce dignità alle vittime e ammonisce chi soffia sulla paura”

Roma  -4 luglio 2013 – La necessità di riscrivere le regole per diventare italiani “è sotto gli occhi di tutti”. Ne è convinta la presidente della Camera Laura Boldrini.

“Costituisce un pericoloso anacronismo – spiega oggi in un’intervista a La Stampa – che una legge sulla cittadinanza non prenda atto che in Italia vivono quattro milioni di immigrati ai quali sono preclusi i diritti civili. Ciò crea animosità e già il presidente Napolitano ha esortato i partiti ad uscire dalla dannosa contrapposizione ideologica che impedisce di dare risposte serie”.

“Gestire l’immigrazione con una logica di difesa – sottolinea Boldrini – ha creato solo danni. Un’ impostazione basata sulla paura costituisce un boomerang micidiale. Negli Usa il figlio di un immigrato da un villaggio del Kenya è stato eletto per due volte presidente, mentre da noi la ministra Kyenge viene sottoposta ad attacchi inaccettabili solo per il colore della pelle”.

Riguardo all’intensificarsi degli sbarchi, il presidente della Cameraritiene “mistificatorio parlare di emergenza”. “Dobbiamo trattare la questione in modo strutturale – sottolinea – mettere a sistema le buone pratiche e far tesoro dell’esperienza accumulata negli anni. Gli allarmismi e la sindrome d’assedio danneggiano la coesione sociale. Non siamo l’unico paese a farci carico dei migranti. C’è un vittimismo non giustificato dai numeri. Non sono clandestini, sono rifugiati. E non è certo l’Italia il punto più esposto”.

Boldrini parla anche della visita del Papa a Lampedusa, in programma lunedì prossimo. “Un messaggio epocale, che restituisce dignità alle migliaia di vittime della guerra a bassa intensità che da quindici anni si combatte nel Mediterraneo”, dice. Ma anche “un monito contro le campagne ideologiche che disgregano la coesione sociale denunciando un’inesistente invasione e diffondono la paura chiamandoli gli immigrati clandestini invece che rifugiati o richiedenti asilo”.
 

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