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Cittadinanza e voto. 70 mila firme, ora la corsa per convalidarle

Tra meno di un mese “L’Italia sono anch’io” presenterà le sue due proposte in Parlamento. Miraglia (Arci): “I cittadini hanno parlato chiaramente, tocca alla politica fare la sua parte”

Roma – 9 febbraio 2012 – La campagna “l’Italia sono anch’io” vede avvicinarsi il primo traguardo. Se tutto va come deve andare, il sei marzo le due proposte di legge di iniziativa popolare su cittadinanza e voto verranno presentate alla Camera dei Deputati.

La riforma della cittadinanza farebbe diventare subito italiano chi nasce da un genitore regolarmente in Italia da almeno un anno o da un genitore nato in Italia, ma anche chi frequenta qui un ciclo scolastico o, arrivato quando ha al massimo dieci anni in Italia, vi rimane fino alla maggiore età. Gli adulti avrebbero invece la possibilità di prendere il passaporto tricolore dopo cinque anni di residenza regolare.

Per quanto riguarda il voto si darebbe invece l’elettorato attivo e passivo alle elezioni circoscrizionali, comunali, provinciali e regionali agli immigrati che risiedono regolarmente in Italia da almeno cinque anni. Per andare alle urne dovrebbero chiedere l’iscrizione ad una lista elettorale aggiunta, come oggi già fanno i cittadini comunitari per le partecipare alle elezioni Comunali.

Sotto ognuna delle proposte ci sono già le firme di settantamila italiani, ne bastavano cinquantamila, ma se non si supera l’ultimo scoglio burocratico serviranno a poco. I moduli con le firme vanno infatti presentati al Comune, che deve certificare che ogni nominativo registrato appartiene a una persona iscritta alle liste elettorali. Solo dopo questo passaggio possono essere inviati al Comitato Nazionale della campagna, che li presenterà in Parlamento.

“Finora i vari comitati territoriali sparsi per l’Italia ci hanno inviato circa trentacinquemila firme già certificate e ne attendiamo altrettante nei prossimi giorni. Alcuni uffici elettorali dei Comuni impiegano settimane a fare le verifiche, invitiamo tutti a sbrigarsi, non è proprio il caso di vanificare mesi di impegno per un ritardo burocratico” dice Filippo Miraglia dell’Arci, una delle diciannove associazioni che ha promosso la campagna.

“L’Italia sono anch’io” non finisce con la raccolta delle firme. Si sta progettando per esempio la creazione di un grande album fotografico interattivo sull’Italia che cambia, con le facce dei nuovi italiani e le loro testimonianze. Presto i promotori incontreranno anche la commissione Affari Costituzionali della Camera, che sarà il primo approdo delle due proposte. È chiaro però che mobilitazioni e sensibilizzazione avranno avuto un senso solo se poi il Parlamento farà la sua parte.

Miraglia è realista: “Vediamo un Parlamento bloccato sul piano dell’iniziativa legislativa, c’è una maggioranza che si compatta sui provvedimenti economici, ma gli altri temi, come l’immigrazione, vengono usati per segnare le differenze. I cittadini si sono però espressi molto chiaramente e anche gli appelli del Capo dello Stato devono spronare la politica a guardare meno ai suoi giochi e più alla società che dovrebbe rappresentare”.

Elvio Pasca

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