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Cittadinanza. Fini: “Ius soli non sia automatico”

"Italiano chi è nato e cresciuto in Italia, con residenza stabile". Anche al Sarubbi-Granata mette dei paletti

Roma, 13 maggio 2010 – "Bene lo ‘ius soli’, ma non automatico". Lo ha detto ieri il presidente della Camera Gianfranco Fini durante la presentazione a Roma del volume "Fare pace. La Comunita’ di Sant’Egidio negli scenari internazionali”.

Al termine del convegno Fini ha chiarito di essere favorevole all’introduzione nell’ordinamento dello ‘ius soli’, ma questo non vuol dire che il semplice fatto di nascere in Italia possa garantire la cittadinanza. Secondo il presidente della Camera, la possibilità di diventare italiani dovrà riguardare quei bambini "nati e cresciuti in Italia e con residenza stabile sul nostro territorio".

Anche nella proposta di riforma  presentata dal deputato del Pd Andrea Sarubbi e dal finiano Fabio Granata, lo ius soli non è automatico. Sarebbe subito italiano chi nasce qui solo se la madre o il padre è legalmente in Italia da almeno cinque anni, e diventerebbe italiano il minore che completa almeno un ciclo di studi in Italia. Cittadinanza anche per chi è arrivato in Italia quando aveva al massimo cinque anni e vi ha risieduto legalmente fino alla maggiore età.

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