Il Presidente del Senato: "Non si possono escludere dai diritti persone che contribuiscono al benessere del Paese. Tanti giovani combattono per la giustizia e per il futuro di un Paese di cui non sono e non saranno mai cittadini"
Roma – 26 marzo 2014 – "E' giunto il momento di pensare a un nuovo percorso di cittadinanza per gli stranieri che qui si sono integrati e per le seconde generazioni. Le nostre norme sulla cittadinanza sono fra le più severe in Europa e rischiano di escludere dai diritti migliaia di persone che con il loro lavoro onesto contribuiscono al benessere e al progresso della nostra società, che è anche la loro società".
Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso intervenendo alla presentazione dell'edizione 2014 del Rapporto del Centro Internazionale per gli Studi sulla Famiglia dedicato quest'anno al tema della “famiglie di fronte alle sfide dell'immigrazione”.
"Penso ai giovani nati nel nostro paese, che qui studiano, parlando la nostra lingua e i nostri dialetti; che tifano o giocano nelle nostre squadre di calcio. Spesso mi ritrovo fra molti di loro nelle iniziative a favore della legalità e mi sono sempre chiesto amaramente perché questi giovani combattono per la giustizia e per il futuro di un paese di cui non sono e non saranno mai cittadini, almeno finché la legge non sarà cambiata".
"Sono convinto che la sfida della costruzione di una nuova società multietnica e multiculturale debba muovere dalla scuola, che oggi è arricchita in tutta Italia dai bei volti di ragazzi che arrivano da luoghi geograficamente e culturalmente lontani. Proprio la diversità è il paradigma dell'identità stessa della scuola che deve sapere costruire la capacità dei giovani cittadini di conoscere e di apprezzare le differenze all'insegna di una coesione sociale attenta alla dimensione cognitiva dei saperi e a quella affettiva di ciascuno, affinché possa realizzarsi un nuovo concetto di cittadinanza, plurale ed edificato attorno a comuni valori.
"La scuola italiana, pur nelle tante difficoltà, dimostra ogni giorno di saper essere, ancora prima che luogo di istruzione e di informazione culturale, uno spazio dove si compiono i processi di socializzazione e di integrazione che anticipano la piena maturazione del Paese".
"Il futuro del nostro Paese – ha concluso — dipenderà dalla capacità che avremo di ricostruire la famiglia, nucleo primario di aggregazione sociale e attraverso di essa una nuova cittadinanza, che tenga conto dei valori della solidarietà, del dialogo, e del rispetto delle identità etniche, sociali e culturali di ciascuno".