Menu

Il portale dell'immigrazione e degli immigrati in Italia

in

Cittadinanza. “L’Italia e gli italiani cambieranno, come succede da sempre”

Intervista a Marilena Fabbri, relatrice della riforma alla Camera. “Appellarsi alla difesa dell’identità è propaganda, pensiamo piuttosto a quanto questi giovani danno e possono dare al nostro Paese”

 

 

Roma – 13 ottobre 2015 – “È una buona legge, che farà bene all’Italia”. Mentre la Camera dice sì alla riforma della cittadinanza, la relatrice Marilena Fabbri (PD) guarda avanti, rendendosi conto che la meta non è mai stata così vicina.

“Da un lato – dice a Stranieriinnitalia.it- non mi sembra vero di essere arrivati a un primo passo così importante, dall’altro vedo che è il frutto di un confronto lungo e difficile, dal quale però la maggioranza è riuscita a tirare fuori un testo condiviso, nel quale ci riconosciamo. Il fatto che anche Sel e Movimento 5 Stelle ne abbiano votato gli articoli mi fa ben sperare”. 

Alla fine è arrivata anche una norma transitoria che fa diventare la riforma retroattiva, salvando i figli degli immigrati che intanto sono cresciuti. Perché c’è voluto tanto per inserirla? 

“Perché anche su quel punto c’erano posizioni diverse. Avremmo potuto applicare la riforma solo ai minori e invece siamo riusciti a salvare tutti quelli che sono nati qui o arrivati in Italia prima dei 12 anni, anche se ora sono maggiorenni. Tagliandoli fuori, avremmo paradossalmente escluso giovani che hanno avuto più tempo per integrarsi a pieno in Italia, tra l’altro quasi tutti altamente scolarizzati, quindi con tutti i requisiti previsti dalla riforma”. 

Lo ius soli c’è, ma è temperato. Al genitore extraue viene richiesto un permesso Ue per lungosoggiornanti, la cosiddetta carta di soggiorno, con tutti gli ostacoli che si porta dietro

“Anche quel requisito è frutto di una mediazione, ma io non lo vedo così restrittivo. Il reddito, un alloggio adeguato, la conoscenza della lingua o l’assenza condanne penali sono ormai indispensabili anche per rinnovare il permesso di soggiorno o per il ricongiungimento familiare. E i permessi che non fanno maturare i requisiti per il permesso per lungosoggiornanti sono davvero pochi”. 

Come la mettiamo però con le prassi variegate delle Questure? Prendere la carta di soggiorno in una provincia è più difficile che in un’altra

“Su quelle differenze dobbiamo intervenire, facendo rispettare ovunque gli stessi criteri. Però non dobbiamo perdere di vista i dati: oggi, su 5 milioni di stranieri in Italia, 1 milione sono bambini che non hanno un permesso di soggiorno autonomo e 1,5 milioni sono cittadini comunitari. Rimangono 2,5 milioni di extracomunitari : tra questi ben 1,6 milioni hanno già il permesso per lungosoggiornanti”. 

Nel resto d’Europa sono meno severi? 

“No, tutt’altro. In Germania si chiedono almeno  8 anni di residenza legale ai genitori, o almeno 3 anni di titolarità del permesso i soggiorno permanente. In Francia i minori nati nel Paese non possono diventare francesi prima di compiere 16 anni. Questa è una legge all’avanguardia, che si rivolge a una platea molto grande”.

Quanto grande? 

“Si stima che fino a settecentomila bambini e ragazzi potranno  diventare italiani grazie a questi nuovi criteri. Sono tanti e avranno questa possibilità grazie a un compromesso ragionevole che la maggioranza è stata in grado di trovare. Un compromesso che porterà a un buona legge e ci farà fare un passo avanti tutti insieme”.

Per Forza Italia  state svendendo la cittadinanza. Ora gli azzurrini di Annagrazia Calabria hanno lanciato uno slogan, italiani nel sangue”, che è  lontano anni luce dallo spirito della riforma

“Forza Italia ha deciso di sposare la linea della Lega Nord e mi dispiace, perché fino a pochi giorni prima che presentassimo il testo unificato in Commissione, con la correlatrice Calabria non avevamo posizioni così distanti. Ora invece vogliono cavalcare propagandisticamente il tema della difesa dell’identità, dimenticando che la cultura e l’identità di un popolo cambiano, si evolvono, e che gli italiani di oggi sono diversi da quelli di cinquant’anni fa”.

Ma immigrati e potenziali nuovi italiani sono poi così culturalmente distanti da noi?

“I numeri dicono di no. I musulmani ,che tanto spaventano la Lega Nord, rappresentano solo il 20% degli immigrati e appena il 2% della popolazione in Italia. Ora, se questo ci preoccupa, vuol dire che non siamo sicuri della nostra identità. Un punto fermo invece c’è: tutti sono chiamati a rispettare i valori della nostra Costituzione e le nostre leggi, come giurano anche i nuovi italiani”. 

Quanto costeranno all’Italia tutti questi cittadini in più?

“La riforma non determina nuovi oneri per lo Stato, perché questi bambini e ragazzi già hanno diritto, indipendentemente dalla cittadinanza, all’istruzione, all’assistenza sanitaria e ad altre prestazioni sociali. Piuttosto, oggi gli immigrati versano in tasse e contributi più di quanto ricevono come servizi o pensioni. È ora di renderci conto che siamo il secondo Paese più vecchio del mondo e che abbiamo un disperato bisogno di giovani, cioè di popolazione attiva e produttiva, se non vogliamo che il nostro welfare collassi”. 

Ora la riforma passa in Senato. Cosa prevede?

“Sono ottimista, credo abbia buone chance di andare in porto. L’accordo raggiunto alla Camera è frutto di un confronto all’interno della maggioranza dove tutti hanno fatto lo sforzo di comprendere le ragioni dell’altro, cercando un punto di incontro. Questo lavoro importante, quindi, è già stato fatto. Spero inoltre che a Palazzo Madama si possa fare presto, magari portando avanti e approvando definitivamente la riforma parallelamente alla sessione di bilancio”. 

Gli immigrati adulti sono i grandi esclusi della riforma. Quando si metterà mano ai tempi delle naturalizzazioni?

“Su questo fronte non siamo riusciti a trovare un accordo e quindi ci siamo concentrati sui minori, per raggiungere un risultato comunque importantissimo. Iniziamo così. Quando si vedrà che la riforma non ha avuto effetti devastanti, ma invece ha rafforzato la coesione sociale, rendendo la cittadinanza un traguardo ma anche uno strumento di integrazione, chi oggi ha paura sarà rassicurato e saremo pronti a fare altri passi avanti”. 

Elvio Pasca

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]
Exit mobile version