Roma – 6 dicembre 2012 –Pierluigi Bersani si è molto esposto sulla riforma della cittadinanza per le seconde generazioni. Nel suo programma, nei comizi, nelle interviste e nei confronti con gli altri candidati nel corso delle primarie, il segretario del Partito Democratico ha ribadito che, se andrà al governo, il primo consiglio dei ministri affermerà il principio che “un bambino, figlio d’immigrati, nato e cresciuto in Italia, è un cittadino italiano”.
Fumo negli occhi per la Lega Nord, che finora ha impastoiato ogni possibilità di cambiare le regole per diventare italiani, senza fare distinzioni tra gli immigrati e i loro figli. Ora il partito di Maroni ha pubblicato un video intitolato “ius Bersani” nel quale all’impegno del segretario del Pd vengono contrapposti i numeri della crisi, con un messaggio: “Il primo pensiero di Bersani premier sarà per gli immigrati …eppure i dati socio economici imporrebbero altre urgenze”.
Viene allora da chiedersi quali furono le urgenze dei leghisti al governo.
Napoli, il 21 maggio 2008, Berlusconi convoca il primo consiglio dei ministri. Cosa mette sul tavolo il neoministro dell’Interno Roberto Maroni? Quel pacchetto sicurezza che, tra le altre cose, introduce il reato di clandestinità e porta a diciotto mesi la detenzione nei Centri di Espulsione. A quanto pare, gli immigrati furono “il primo pensiero” anche per il Carroccio.
Elvio Pasca