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Cittadinanza. La riforma cammina in Senato, Forza Italia fa muro

Il 3 febbraio si concluderà la discussione generale in commissione, poi le audizioni. Razzi: “Inaccettabile far diventare italiani bambini nati da genitori non italiani”

 

Roma – 26 gennaio 2016 –  Cammina piano, ma cammina la riforma della cittadinanza per i figli degli immigrati.

In Commissione Affari Costituzionali del Senato, la discussione generale sul disegno di legge già approvato alla Camera si concluderà mercoledì 3 febbraio. Poi ci sarà un giro di audizioni informali, durante le quali verranno probabilmente ascoltati esperti e associazioni, quindi si entrerà nel vivo con gli emendamenti e le votazioni dalle quali uscirà il testo da portare in Aula. 

È quanto ha deciso oggi pomeriggio l’ufficio di presidenza della Commissione. Poi è ripresa la discussione generale, con gli interventi di quattro senatori di Forza Italia. Sono stati tutti molto critici nei confronti della riforma, alla quale sarebbero legati rischi di ogni tipo.

Remigio Ceroni ha tirato in ballo le stragi di Parigi, i cui autori erano “francesi di seconda o terza generazione”. Quindi ha sostenuto che “con la proposta di riconoscere la cittadinanza italiana in base al principio dello ius soli e dello ius culturae, si rischia di accogliere in modo indiscriminato nella comunità sociale un numero eccessivo di persone che tra l’altro, in futuro, potrebbero rivelarsi pericolose per la sicurezza nazionale”. 

Secondo Marco Marin, la riforma “rischia di determinare profondi e irreversibili contrasti nella società italiana, come del resto il provvedimento sulle unioni civili”. Inoltre,  potrebbe “incentivare l’immigrazione clandestina, senza peraltro offrire opportunità di vita migliori” , “conseguentemente, è alto il rischio che gli immigrati finiscano per essere sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli o per dipendere passivamente dal sistema assistenziale, oppure inizino a delinquere”.

Emilio Floris ha lanciato un allarme sui numeri dei potenziali nuovi italiani: “800.000 nell’immediato, nonché oltre 50.000 naturalizzazioni all’anno”. “Le ripercussioni sarebbero particolarmente negative, sia sotto il profilo economico, sia sotto il profilo della sicurezza” e “per efficaci processi di integrazione, sarebbero necessarie ingenti risorse economiche, di cui l’Italia non può certamente disporre”.

È contrario alla riforma anche il senatore Antonio Razzi, che pure è un migrante. Oggi in commissione ha richiamato  “l’apporto della famiglia come nucleo primario di socializzazione dell’individuo e di trasmissione del complesso di valori e principi connessi al concetto di cittadinanza”. “Sarebbe un artificio inaccettabile – ha spiegato – stabilire che possano diventare cittadini anche i bambini nati da genitori non italiani, i quali verosimilmente trasmetteranno ai figli le proprie tradizioni e la propria cultura”.

EP

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