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Cittadinanza. La riforma per i minori? Una missione impossibile

Chiusa prima della pausa estiva la discussione generale, in commissione affari costituzionali della Camera si attende un testo unificato. Ma in un mese e mezzo di confronto, i no di Popolo delle Libertà e  Lega Nord  rendono difficilissima una mediazione

Roma – 6 settembre 2012 – E la riforma della cittadinanza? Camera e Senato hanno riaperto i battenti dopo la pausa estiva, ma sono ormai in pochi a sperare che da questo Parlamento escano regole nuove per diventare italiani.

 

Qualche speranza si era riaccesa a Montecitorio a giugno, quando in commissione affari costituzionali era iniziato il confronto su diversi progetti di legge dedicati alle seconde generazioni. Concentrarsi solo sui diritti dei minori sembrava una scorciatoia per portare a casa parte del risultato, ma la discussione che si è trascinata fino al 31 luglio ha dimostrato che non è così.

Nella decina di sedute dedicate all’esame generale dei progetti di legge, le posizioni dei deputati di Lega Nord e Popolo delle Libertà, infatti non, sono cambiate. I primi hanno detto chiaramente che la legge attuale non va toccata, gli altri hanno ammesso che servono modifiche, ma non è questo il momento per farle, conviene aspettare la prossima legislatura.

Nel verbale della seduta del 25 luglio, ad esempio, si legge che il leghista Pierguido Vanalli “fa presente che la posizione della Lega Nord Padania è stata più volte espressa in termini chiari e inequivocabili. Il suo gruppo è contrario ad ogni modifica della vigente legge sulla cittadinanza, ritenendo che questa vada bene così com’è”.

L’ultimo a parlare per il Pdl è stato invece Pietro Laffranco. Il deputato, recita il verbale del 31 luglio, “valuta favorevolmente modifiche puntuali alla legge vigente volte ad evitare le lungaggini burocratiche che allungano i tempi previsti per l’acquisizione della cittadinanza, ma ritiene che non sussistano le condizioni politiche per una riforma complessiva della legge attuale”.

Conclusa la discussione generale, ora toccherà alle relatrici Isabella Bertolini (Pdl) e Sesa Amici (Pd) preparare e presentare ai colleghi una proposta di testo base. Con queste premesse però sembra impossibile che riescano a trovare una mediazione.

Non sembra crederci Andrea Sarubbi, deputato del Pd e firmatario insieme a Fabio Granata (Fli) di una famosa proposta bipartisan finita su un binario morto, intervenuto in Commissione quando si è chiusa la discussione generale.  “Forse oggi – ha scritto Sarubbi quel 31 luglio sul suo blog -abbiamo detto addio alla possibilità di approvare la riforma in questa legislatura. Sono un parlamentare di buona volontà e ho il dovere di provarci fino alla fine; se fossi un bookmaker, però, avrei già chiuso le scommesse da tempo”.

Elvio Pasca

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