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Cittadinanza. L’Italia sono Anch’io: “Basta annunci, ora la riforma”

“Pensare ai minori nati e/o cresciuti in Italia e agli adulti che vivono qui stabilmente”. “Serve anche il diritto di voto per rafforzare la nostra democrazia”

Roma – 15 settembre 2014 – Sono passati due anni e mezzo da quando la campagna l’”Italia sono anch’io” ha presentato alla Camera due proposte di legge di iniziativa popolare per chiedere la riforma della cittadinanza e il diritto di voto per gli immigrati. Erano accompagnate da oltre duecentomila firme.

Entrambe le proposte, finora, non hanno fatto molta strada. Ora che in commissione Affari Costituzionali si torna a parlare di nuove regole per diventare italiani, i promotori della campagna chiedono alla politica di darsi una mossa.

“Dopo i ripetuti annunci effettuati da rappresentanti del Governo e del Parlamento nel corso degli ultimi anni, è giunto il momento di approvare una riforma che si ponga come obiettivo prioritario la facilitazione del riconoscimento della cittadinanza ai cittadini stranieri, minori nati e/o cresciuti in Italia e gli adulti che vivono stabilmente nel nostro paese” scrive l’Italia sono anch’io.

Giovedì scorso i promotori della campagna sono stati ascoltati dai deputati che stanno lavorando alla riforma della cittadinanza e hanno ricordato i punti qualificanti della proposta di legge popolare:

a) introduzione dello ius soli temperato: chi nasce in Italia è italiano se almeno un genitore soggiorna in Italia da un anno o se nasce da genitori a loro volta nati in Italia indipendentemente dalla loro condizione giuridica;

b) anche se non sono nati in Italia i bambini arrivati entro il 10° anno di età e vi abbiano soggiornato legalmente possono chiedere la cittadinanza entro due anni dal compimento della maggiore età. La stessa possibilità è riconosciuta ai bambini che abbiano frequentato un corso di istruzione;

c) possono richiedere la cittadinanza italiana gli adulti stranieri legalmente soggiornanti da 5 anni (anzichè 10). La domanda è presentata al Sindaco che ne fa istanza al Presidente della Repubblica.

Intanto, l’Italia sono anch’io chiede che, in nome del principio di uguaglianza garantito dalla Costituzione, si riconosca anche il  diritto di voto attivo e passivo ai cittadini stabilmente presenti nel nostro paese da 5 anni. “Ciò consentirebbe di colmare quella distanza tra il paese formale e quello reale (4,9 milioni i cittadini stranieri nel nostro paese) che attualmente priva una significativa parte dei cittadini residenti della possibilità di partecipare alle decisioni che riguardano la comunità di appartenenza”.

L’approvazione rapida di una riforma della cittadinanza e di una legge sul diritto di voto, concludono i promotori della campagna, “sono dunque scelte che rafforzerebbero la nostra democrazia”.
 

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