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Cittadinanza. Maroni: “Un premio, servono dieci anni”

Il ministro dell’Interno: "Sono per lo ius sanguinis, soprattutto in questo momento storico"

Roma – 4 maggio 2010 – ”In Francia hanno ipotizzato di togliere la cittadinanza al marito di una donna sorpresa a guidare col niqab. L’avessi fatto io…”.

Lo dice Roberto Maroni, in un’intervista al magazine del Corriere della Sera, Sette, in edicola da giovedi’. ”Perche’ quella di Sarkozy e’ una destra moderna e noi della lega siamo sempre considerati dei buzzurri?”, chiede il ministro dell’Interno.

Sulla proposta dei finiani del pdl di concedere la cittadinanza agli immigrati dopo cinque anni, dice: ”Dieci anni di attesa sono giusti. E la cittadinanza deve essere un premio per l’integrazione, non uno strumento per raggiungerla”.

Riguardo l’introduzione dello ius soli, ossia la concessione della cittadinanza a chi nasce in Italia, spiega: ”Io sono per lo ius sanguinis, soprattutto in questo momento storico” e alle critiche della Chiesa e in particolare di monsignor Marchetto sull’eccessiva asprezza della Lega in materia di immigrazione risponde: ”tempo fa gli attacchi di monsignor Marchetto mi dispiacevano, ora mi lasciano indifferente. Sono ideologici”.

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