Roma – 15 novembre 2011 – “È necessario riflettere su una possibile riforma delle modalità e dei tempi dell’assegnazione della cittadinanza ai minori”. È l’invito rinnovato stamattina dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha incontrato al Quirinale una delegazione di nuovi cittadini.
“All’interno dei vari progetti di riforma delle norme sulla cittadinanza, la principale questione aperta rimane oggi quella dei bambini e dei ragazzi. Molti di loro – ha sottolineato il Capo dello Stato – non possono considerarsi formalmente nostri concittadini perché la normativa italiana non lo consente, ma lo sono nella vita quotidiana, nei sentimenti, nella percezione della propria identità”.
“Si è raggiunta – ha ricordato Napolitano – una sensibilità politica significativa e diffusa nella discussione del gennaio 2010 alla Camera. Si osserva, inoltre, una ampia disponibilità nell’opinione pubblica italiana a riconoscere come cittadini i bambini nati in Italia da genitori stranieri. In generale, gli italiani appaiono disponibili nei confronti dei bambini di origine immigrata”.
Secondo il presidente della Repubblica, “se noi desideriamo che i figli e persino i nipoti o pronipoti dei nostri cittadini emigrati all’estero mantengano un legame con l’Italia e si sentano in parte anche e ancora italiani, non possiamo chiedere invece ai ragazzi che hanno genitori nati in altri paesi di ignorare le proprie origini. L’importante è che vogliano vivere in Italia e contribuire al benessere collettivo condividendo lingua, valori costituzionali, doveri civici e di legge del nostro paese”.
“Dobbiamo essere fieri – ha sottolineato Napolitano – del fatto che, pur mantenendo un legame con le origini, essi esprimano la volontà di diventare italiani. Questo, infatti, rappresenta un’attestazione importante di stima e fiducia nei confronti del nostro Paese. Dobbiamo sentire una forte responsabilità e un preciso dovere di non deludere questa fede nell’Italia”.
“I nati in Italia ancora giuridicamente stranieri – ha ricordato il Presidente della Repubblica – superano il mezzo milione, e complessivamente i minori stranieri residenti in Italia sono quasi un milione; di questi, più di 700mila studiano nelle nostre scuole. Senza questi ragazzi il nostro Paese sarebbe decisamente più vecchio e avrebbe minore capacità di sviluppo. Senza il loro contributo futuro alla nostra società e alla nostra economia, anche il fardello del debito pubblico sarebbe ancora più difficile da sostenere”.
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Le reazioni
“L`autorevole invito del presidente della Repubblica ad attuare la riforma della cittadinanza per i minori stranieri nati o cresciuti in Italia sia raccolto da un Parlamento finalmente libero dai ricatti” dichiarano in una nota Andrea Sarubbi (Pd) e Fabio Granata (Fli), primi firmatari di un testo bipartisan di riforma della cittadinanza. Secondo la loro proposta, sarebbe italiano chi nasce in italia da immigrati regolarmente residenti da almeno cinque anni e i minori che completano qui un ciclo di istruzione.
“L`appello del presidente Napolitano è stato forte e circostanziato – continuano – Ha richiamato, tanto la diffusa disponibilità della società civile, che le significative convergenze che su questo tema si sono registrate in Parlamento, delle quali il nostro progetto di legge costituisce un esempio concreto. La crisi che l`Italia attraversa non è soltanto economica, ma di valori. Per uscirne, è necessario ripartire dalle energie migliori che il Paese esprime ed i nuovi italiani rappresentano, in questo senso, una risorsa preziosa da valorizzare. Auspichiamo che il venir meno di interessi di basso cabotaggio e dei veti incrociati permetta al Parlamento di rispondere positivamente all`invito del Presidente della Repubblica e, soprattutto, a quello del milione di ragazzi stranieri che sono italiani di fatto ma non ancora di diritto”.
”I nuovi italiani ringraziano il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per le parole pronunciate questa mattina rispetto al prezioso contributo degli immigrati al sistema Italia e alla necessita’ di riconoscere uguali diritti di cittadinanza ai nuovi italiani”. commenta Khalid Chaouki, responsabile Nuovi Italiani del Partito Democratico.
”Ancora una volta la massima autorita’ della Repubblica ha dimostrato di essere il presidente di tutti gli italiani, compresi gli oltre 700mila bambini e ragazzi nati e cresciuti in Italia e ancora ingiustamente stranieri nel Paese che amano e di cui si sentono parte. La nostra speranza – continua – e’ che il nuovo premier Monti, anche grazie alla sua indiscussa visione europeista, traduca in azione le nostre proposte di riforma della cittadinanza e dia seguito agli auspici del Capo dello Stato, al fine di sanare una situazione ormai insostenibile e grave discriminazione nei confronti di un’intera generazione di figli di immigrati”
Secondo Liliana Ocmin, segretario confederale della Cisl, il monito di Napolitano “invita tutti ad un ripensamento maturo e ragionato in tema di immigrazione, da concretizzare con formali ed urgenti iniziative legislative per rivedere la Legge sulla Cittadinanza: favorire la coesione sociale e’ un dovere di tutti”.
La sindacalista chiede “un cambio di passo”. “Dobbiamo dare il riconoscimento a questi nuovi cittadini che scelgono di essere parte della nostra comunita’, a partire dai minori stranieri nati o giunti da piccoli in Italia”. Garantire nei tempi e nei modi piu’ consoni, il diritto di cittadinanza ai figli delle famiglie immigrate regolarmente presenti sul nostro territorio, conclude Ocmin, ”significa dare veste formale al principio dell’uguaglianza, ma anche permettere all’Italia di crescere grazie al contributo delle giovani generazioni”.
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