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Cittadinanza. Più informazioni sui tempi e sui rimedi in caso di ritardo

Il procedimento deve concludersi entro due anni, altrimenti ci si può rivolgere a giudice. D’ora in poi la Prefettura di Roma lo farà sapere a tutti gli aspiranti italiani

 
Roma –  26 giugno 2015 – Le domande di cittadinanza online abbrevieranno i tempi per diventare italiani? È da vedere. 
 
Certo, ora non bisogna più attendere un appuntamento per presentare la richiesta. Ma comunque prima o poi bisognerà andare in prefettura a mostrare i documenti originali e alla fine a fare la differenza sarà il personale impiegato dal ministero dell’Interno per esaminare le domande: se continuerà ad essere largamente sottodimensionato, i tempi saranno ancora inaccettabilmente lunghi. 
 
Quanti aspiranti italiani, però, sanno che la legge fissa un limite entro cui il ministero dell’Interno deve rispondere, concedendo o negando la cittadinanza? “Il termine per la definizione dei procedimenti […] è di settecentotrenta giorni dalla data di presentazione della domanda” dice il regolamento DPR 362/1994. E quanti sanno che, passati quei due anni senza una risposta, si può obbligare il ministero a darsi una mossa
 
A Roma, d’ora in poi, lo sapranno tutti quelli che chiedono di diventare italiani. 
 
Merito dell’intervento della sezione romana dell’ Associazione Nazionale Forense e dell’associazione di promozione sociale Alexandra che hanno segnalato al ministero dell’Interno e all’ufficio cittadinanza della prefettura di Roma “una situazione che limitava gravemente l’esercizio dei diritti dei cittadini stranieri”. Nella comunicazione di avvio del procedimento per la cittadinanza mancavano infatti “la data entro la quale deve concludersi il procedimento e i rimedi esperibili in caso di inerzia dell’amministrazione”.
 
Eppure è sempre la legge (241/90) a dire che quelle informazioni devono esserci. Sollecitata dalle due associazioni, la Prefettura di Roma è corsa ai ripari e ha assicurato che d’ora in poi nella comunicazione di avvio verranno inseriti sia il termine dei 730 giorni, sia cosa fare in caso di ritardo, come ad esempio presentare ricorso al Tar. 
 
Soddisfatti gli avvocati Emanuele Giudice (presidente di Alexandra e responsabile area Cittadinanza ed immigrazione Anf Roma) e Giandomenico Catalano ( Vice presidente dell’Anf Roma). La novità, commentano in una nota, renderà più consapevoli “dei propri diritti i richiedenti la cittadinanza italiana”, ma  “dall’altro lato responsabilizzerà ancora di più l’Amministrazione in ordine ad una maggiore efficienza nella gestione dei procedimenti di cittadinanza italiana”.
 
Stranieriinitalia.it
 
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