Firenze, 3 giugno 2013 – "A nome della citta' di Firenze chiediamo al Parlamento e alle autorita' centrali, con rispetto, che sia approvata una nuova legge sulla cittadinanza basata sullo ius soli, in base al principio che chi nasce in Italia e' italiano".
Lo ha detto il sindaco di Firenze, Matteo Renzi in un passaggio del suo discorso per le celebrazioni del 2 Giugno in piazza della Signoria.
"Non è pensabile che Mario Balotelli, che parla italiano con accento bresciano – ha detto poi Renzi – non sia potuto andare alle Olimpiadi perchè non aveva compiuto 18 anni e quindi non aveva all'epoca la cittadinanza italiana".
CHAOUKI, BENE RENZI, ORA APPROVIAMO LEGGE
''Raccogliamo l'appello del Sindaco di Firenze e ribadiamo il nostro impegno in Parlamento al fine di cambiare con urgenza la legge sulla cittadinanza. Firenze, come tantissime citta' d'Italia, sono oggi un chiaro esempio di comunita' multiculturali, dove un milione di bambini e ragazzi figli di immigrati sono italiani di fatto, ma ancora stranieri per legge''. Lo ha scritto in una nota il deputato Pd Khalid Chaouki, responsabile del partito per i nuovi italiani.
''Insieme ai nuovi italiani, la nostra Repubblica avra' una marcia in piu' – ha aggiunto Chaouki – e proprio oggi, in occasione della Festa della Repubblica, invitiamo tutte le forze in Parlamento a superare qualsiasi barriera ideologica e decidere in fretta che e' giunta l'ora di ratificare il cambiamento. Siamo fiduciosi, vista la maturita' della nostra societa' e del dibattito pubblico sul tema dei diritti di figli di immigrati''.
SAVINO, CON IUS SOLI RENZI FA CADERE GOVERNO
''Quando propone di introdurre lo ius soli, Renzi non pensa affatto agli immigrati, perche' sa che la legge sulla cittadinanza non sara' cambiata, ma pensa di mettere in fibrillazione e uno contro l'altro il Pd e il Pdl, allo scopo di far cadere il Governo''. Lo afferma Elvira Savino, deputata del Pdl. ''Pensavamo che la questione sullo ius soli fosse stata archiviata – continua Savino – ma Renzi la tira fuori ad arte solo per creare confusione e tensione all'interno della maggioranza''.