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Cittadinanza. Renzi: “Italiano chi studia in Italia, compromesso per la riforma”

Il premier nel discorso programmatico in Senato parla dei bambini nati qui che "dopo un ciclo scolastico" devono essere considerati italiani. “Lo sforzo oggi non è affermare le proprie ragioni contro gli altri, ma trovare il punto di sintesi possibile”

Roma – 24 febbraio 2014  –  Matteo Renzi conferma: nel programma del governo c’è anche la riforma della cittadinanza per i figli degli immigrati, dove più che il fatto di essere nati in Italia conteranno gli anni passati a studiare nelle nostre scuole . Un compromesso indispensabile tra le diverse anime della maggioranza.

Il presidente del Consiglio ne ha parlato verso la fine del suo discorso per la fiducia davanti al Senato. “So che c'è una parte tra voi – ha detto – che ritiene che la parola identità sia in qualche misura il baluardo contro la parola integrazione. Non è così. Io credo che l'identità sia la base per l'integrazione. Il contrario di integrazio ne non è identità: è disintegrazione".

“Ecco perché – ha aggiunto  – a fronte di un dibattito culturale che ha visto i diritti divenire oggetto di scontro , al punto che ciascuno di noi ha portato la propria bandierina in tutte le campagne elettorali sul tema dei diritti , a destra come a sinistra, poi non si è mai fatto niente”

“Noi immaginiamo con questo governo e con il vostro aiuto di trovare dei punti di sintesi reali che permettano a quella bambina che ha dodici anni e che frequenta la quinta elementare e che è nata nella stessa città in cui è nata la sua compagna di banco, di avere la possibilità, dopo un ciclo scolastico, di essere considerata italiana esattamente come la sua compagna di banco”.

“E se ciascuno di noi ha una propria valutazione, se qualcuno di noi pensa che sarebbe  giusto che quella bambina italiana fosse considerata italiana al momento della nascita, ma altri tra di noi pensano che occorra almeno un ciclo scolastico, lo sforzo oggi non è affermare le proprie ragioni contro gli altri, ma trovare il punto di sintesi possibile”.

“Sui diritti si fa lo sforzo di ascoltarsi, di trovare un compromesso anche quando questo compromesso non mi soddisfa del tutto, e ci ascolteremo reciprocamente. Ma la credibilità su questo tema sarà il punto di caduta di un’intesa possibile che già è stata costruita nel corso di questi giorni”.

“Però – ha ribadito – sostenere che l’identità è il contrario dell’integrazione significa fare a pugni con la realtà, significa prendere a botte il niente”.

EP

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