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Cittadinanza. Riccardi: “Ius culturae è la chiave”

Il ministro dell’integrazione: “Lo ius sanguinis non consente di accogliere i figli degli immigrati. La conclusione di un ciclo scolastico è il pinto di arrivo di un percorso di inclusione”

 

Roma – 19 aprile 2012 – È lo ius culturae la chiave per aprire le porte della cittadinanza italiana ai tanti giovani, figli di genitori stranieri, che sono nati e vivono in Italia.

Lo ha ribadito ieri il ministro della Cooperazione internazionale e integrazione, Andrea Riccardi, alla presentazione della relazione annuale del Garante per l’infanzia e l’adolescenza che si e’ tenuta alla Camera.

“Vedo crescere la consapevolezza -ha osservato il ministro- che lo ius sanguinis non e’ piu’ in grado di rispondere alle necessita’ di una nazione che diventa ogni giorno piu’ varia plurale ma che vuole essere coesa”. Lo ius sanguinis non consente si accogliere i figli degli immigrati che “parlano la nostra lingua, che studiano la nostra storia e letteratura e fanno il tifo per le nostre squadre di calcio”.

“Per questo ho suggerito di superare lo ius sanguinis a favore dello ius culturae, per marcare anche normativamente il passaggio fondamentale che e’ la conclusione di un ciclo scolastico, punto di arrivo di un percorso di inclusione e di cittadinanza. Lo dico a titolo personale -ha concluso il ministro della Cooperazione- ma confido che questa esigenza venga presto accolta”.

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